Non molto tempo fa l’Italia veniva identificata dal Tricolore o dal colore azzurro, anche se sarebbe più corretto parlare di gradazione blu Savoia, che contraddistingue da sempre le tenute dei nostri atleti a livello internazionale.
Dopo il Covid qualcosa è cambiato. Da un anno a questa parte non si può fare a meno di parlare di bianco, giallo, arancione e rosso, che sono i colori che identificano l’andamento epidemiologico in determinati territori. E proprio la rapida salita della curva epidemiologica costringerà gran parte delle Regioni ad assumere tinte sempre più tendenti allo scarlatto.
Stamane è previsto un incontro informale in videoconferenza tra governo, Regioni, Anci e Upi, mentre per le 11:30 si terrà il Consiglio dei ministri, crocevia fondamentale in cui l’esecutivo verrà chiamato a stabilire le misure di contrasto al Covid da adottare. Una nuova stretta necessaria soprattutto a fronte della crescita dei contagi dovuta alle varianti diffuse ormai in tutto il Paese e responsabili di oltre la metà dei nuovi casi accertati.
Uno dei provvedimenti sui quali il governo preme di più, e che troverebbe l’approvazione di gran parte delle forze politiche nonostante la bocciatura di gennaio in pieno governo Conte bis, è il criterio che stabilisce l’entrata automatica di una Regione o un determinato territorio in fascia rossa nel caso in cui sia registrata un’incidenza di 250 casi ogni 100mila abitanti nell’arco di sette giorni.
Inoltre l’esecutivo potrebbe sancire un lockdown totale in tutta Italia per Pasqua, così come già accaduto a Natale, dal Venerdì Santo a Natale.
Con il passaggio in zona rossa saranno automatiche le chiusure di bar, ristoranti, centri commerciali e negozi, compresi parrucchieri ed estetiste. Per quanto riguarda le attività di ristorazione non sarà concesso consumare all’interno del locale ma sarà permessa la consegna a domicilio e l’asporto.
Sarà invece permesso di aprire a quelle attività commerciali che trattano beni alimentari e di necessità come ad esempio alimentari, farmacie, parafarmacie, edicole e lavanderie.
In zona rossa sono vietati gli spostamenti all’interno del proprio Comune di residenza o nella propria Regione se non per comprovati motivi di lavoro o di salute. Lo stesso criterio vale per lo spostamento verso altre abitazioni private. Nei comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti sono consentiti gli spostamenti per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, esclusi i capoluoghi di provincia, tra le 5:00 alle 22:00.
Potrebbero essere 12 le Regioni che dopo l’analisi dei dati epidemiologici rischiano di entrare in zona rossa.
Già in fascia rossa dalla scorsa settimana e sicure di rimanere sono Campania, Molise e Basilicata.
Le Regioni quasi sicure di entrare in zona rossa sulla base degli attuali criteri, ovvero con Rt a 1,25 , sono Piemonte (Rt a 1,41), Lombardia (Rt a 1,3), Friuli Venezia-Giulia (Rt a 1,3), Lazio e Veneto (Rt superiore a 1,25). Se dovesse entrare in vigore l’incidenza settimanale di 250 casi ogni 100mila abitanti entreranno di certo anche Emilia-Romagna (incidenza oltre 400), Marche (incidenza sopra 250), Calabria e le provincie di Trento e Bolzano, (incidenza sopra i 300 casi).
In zona arancione dovrebbero rimanere Umbria, Abruzzo, Liguria, Puglia, Valle d’Aosta e Toscana, anche se quest’ultima tra le 5 sembra quella più a rischio.
Infine la Sicilia rimane in giallo mentre la Sardegna, prima regione a entrare in fascia bianca, è sotto osservazione per i nuovi casi di positività è potrebbe passare in zona gialla.