Preoccupa la situazione legata agli italiani senza vaccino: in totale sono 10 milioni, di cui 3,3 milioni di età superiore a 50 anni.
Negli ultimi 45 giorni la variante Delta si conferma predominante in Italia. È quanto afferma l’Istituto Superiore di Sanità nell’ottavo bollettino denominato ‘Prevalenza e distribuzione delle varianti di Sars-Cov-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia‘. Dal 17 luglio al 30 agosto la variante in questione è stata individuata nell’88,1% dei casi, un numero si segnalazioni nettamente numerose rispetto alle altre varianti monitorate.
In quasi tutte le provincie italiane sono stati segnalati nuovi casi di infezione causati dalla variante Delta. Invece il numero di casi riconducibili alla variante Alfa, quella scoperta in Gran Bretagna nell’ottobre 2020, continua ad essere in forte diminuzione, così come la loro diffusione territoriale. Anche i casi provocati dalla variante Gamma proseguono nel trend di decrescita, con una diffusione localizzata e limitata in alcune Regioni e province autonome italiane.
La variante Delta è caratterizzata da una maggiore trasmissibilità rispetto alla variante Alfa (tra il 40% e il 60%) e risulta associata ad un elevato rischio di infezione negli individui parzialmente vaccinati o non vaccinati. La predominanza della variante Delta è confermata anche dalla flash survey del 24 agosto coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità con il supporto della Fondazione Bruno Kessler e in collaborazione con il ministero della Salute, le Regioni e Province autonome, che ha stimato una prevalenza nazionale pari al 99,7%. Il campione richiesto per l’indagine è stato selezionato dalle Regioni in modo casuale fra i campioni positivi garantendo una rappresentatività geografica e per fasce di età.
Governo, Iss e il commissario staordinario per l’emergenza, il generale Figliuolo, hanno dichiarato in più occasioni che l’obiettivo è quello di vaccinare l’80% degli italiani entro la fine di settembre. Ad oggi sono 40,2 milioni i cittadini residenti sul nostro territorio che hanno ancora ricevuto la prima dose (67,9%) e 38,2 milioni quelli che hanno completato l’intero ciclo vaccinale (64,6%). Se si dovesse mantenere il ritmo attuale intorno alle circa 300mila vaccinazioni al giorno si potrebbe raggiungere l’80% intorno al 24 settembre.
Si può facilmente dedurre che sono oltre 10 milioni gli italiani che devono ancora ricevere la prima dose del siero. Indicativamente si tratta del 19,9% della popolazione vaccinabile. A preoccupare sono soprattutto gli over 50, una fascia d’età ad alto rischio di ospedalizzazione, che in totale sono 3,3 milioni. Ma la fascia d’età che ha maggior numero di persone non vaccinate è quella compresa tra i 40-49 anni: sono 2,1 milioni. Notizie positive invece per la fascia 12-19 anni salita a quota 80,1% di prime vaccinazioni e completamente vaccinata per il 71,3%.