In Italia l’incidenza settimanale dei casi Covid, l’Rt medio e i ricoveri, sia in terapia intensiva che quelli ordinari, registrano tutti un calo. È quanto emerge dal consueto monitoraggio settimanale curato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e dal ministero della Salute,
Nel periodo compreso tra il 20 e il 26 ottobre, l’incidenza è scesa a 374 casi ogni 100 mila abitanti, rispetto ai 448 casi della precedente settimana, e l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici, nel periodo dal 5 al 18 ottobre, è stato pari a 1,11 (range 1,00-1,23), inferiore al valore soglia e in diminuzione rispetto a 1,27 di sette giorni fa. In discesa anche l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero che raggiunge quota 0.94, valore sotto la soglia epidemica.
Il tasso di occupazione nelle terapie intensive scende al 2,2% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 27 ottobre) da 2,4% (al 20 ottobre) e anche nelle aree mediche il tasso di occupazione a livello nazionale scende al 10,8% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 27 ottobre) dall’11,0% (al 20 ottobre).
Stabile rispetto alla settimana precedente la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti (9,9% da 10,5%). Stabili anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi, a 54,9% da 54,7%, e la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening, a 35,2% da 35%.
Questa settimana una Regione è classificata a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza, mentre altre sette sono a rischio moderato e 13 classificate a rischio basso. Inoltre dieci Regioni riportano almeno una allerta di resilienza e due riportano molteplici allerte di resilienza.
Diminuiscono da 8 a 7, questa settimana, le Regioni e Province autonome (PA) che registrano un’occupazione dei reparti ordinari sopra la soglia di allerta da parte di pazienti Covid-19, fissata al 15%. I valori più alti in Umbria (34,7%) e Valle d’Aosta (23,9%). Seguono PA di Bolzano (17,8%), PA di Trento e Friuli Venezia Giulia (entrambe 15,9%), Liguria (15,3%) e Marche (15,1%).