L’impennata del numero dei nuovi positivi, dovuto in parte alla diffusione della variante Omicron, non lascia indifferente il Governo che è pronto a mettere in campo nuove misure per arginare la quarta ondata epidemica. Oggi alle 14 il presidente Massimiliano Fedriga ha convocato la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in seduta straordinaria per analizzare con particolare attenzione il tema del rientro a scuola in sicurezza.
Il Governo e il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in più occasioni hanno espresso il desiderio che la scuola ricominci come stabilito dal 6 al 10 gennaio e che sia fondamentale il ritorno in aula, ricorrendo alla Dad solo nei casi strettamente necessari. Mentre alcuni governatori, tra cui il presidente della Campania Vincenzo De Luca, non condividono l’opinione dell’esecutivo e sono pronti ad avanzare l’ipotesi di uno slittamento delle riaperture a inizio febbraio.
Con il rinvio si spera che il picco dei contagi possa essere superato e che il numero dei nuovi positivi possa essere sensibilmente diminuito. Addirittura lo stesso De Luca ha minacciato di chiudere le scuole campane anche se il Governo dovesse essere di parere opposto.
Altra questione fondamentale sul tema della scuola è di stabilire quali saranno le soglie di casi che faranno scattare le quarantene all’interno delle classi scolastiche. Si pensa di differenziare tali soglie in base alle scuole: dell’infanzia, primaria e secondaria. Per i più piccoli, ovvero negli asili e elementari, si ipotizzano soglie molto contenute, mentre per medie e superiori l’idea è quella che debbano verificarsi almeno tra i 3 e i 5 casi per mettere tutta la classe in quarantena. Infine starebbe tramontando l’ipotesi di fare una distinzione tra studenti vaccinati e non vaccinati per scattare la Dad in caso di contagi in classe.
Un altro provvedimento che potrebbe segnare in maniera cruciale l’andamento della curva epidemiologica, favorendone una sensibile discesa nel prossimo futuro, è quello relativo all’obbligo del vaccino per tutti i lavoratori, sia quelli del settore pubblico che privato. La proposta potrebbe arrivare già domani al Consiglio dei ministri.
Dopo un’iniziale opposizione da parte di alcune parti politiche sembra che questa volta la misura potrebbe finalmente essere approvata. L’unica questione riguarderà gli step che porteranno alla vaccinazione dell’intera platea di lavoratori. Nella Pubblica amministrazione sembra che il provvedimento possa entrare in vigore da subito: ad oggi i dipendenti pubblici non vaccinati sono circa 950mila.
Mentre per i dipendenti del settore privato si punta a introdurre una data limite alla vaccinazione procedendo per comparti, in maniera tale da non ingolfare alcuni settori che potrebbero pagare a caro prezzo le conseguenze di questa decisione. Si potrebbe fare questa distinzione per agevolare le aziende private che in questo momento, per diverse ragioni tra cui l’impennata dei contagi, sono in seria difficoltà a causa della carenza di personale.