“Ieri abbiamo superato i 600.000 casi attualmente positivi, ovvero in isolamento domiciliare, ricoverati con sintomi e in terapia intensiva. Questo è un dato importante perché, come sappiamo, un’epidemia si definisce ‘fuori controllo‘ nel momento in cui i positivi superano l’1% della popolazione e ieri, oltre ad aver sperato il milione di casi da inizio pandemia, abbiamo sfondato la soglia dell’1% di popolazione attualmente con infezione da Sars-Cov-2“. Lo ha spiegato il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, intervenuto questa mattina alla trasmissione Agorà su Rai 3.
Tra i problemi più grandi evidenziati da Cartabellotta c’è quello relativo al sistema di monitoraggio utilizzato per attuare le misure restrittive che non è attendibile in quanto fotografa dati che non sono recenti, relativi a 273 settimane fa. Negli ultimi giorni, conclude “si intravede una piccolissima riduzione dell’incremento di casi positivi ma dobbiamo aspettare una stabilizzazione, perché la diminuzione può anche esser dovuta al fatto che il sistema di testing è saltato in alcune regioni”.
Dal nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe emerge come in una settimana i decessi causati dal Covid in Italia sono cresciuti del 70% , toccando in 7 giorni quasi i 3.000. In particolare, dal 4 al 10 novembre sono decedute 2.918 persone con infezione da Sars-Cov-2 a fronte delle 1.712 della settimana precedente.
Mentre negli ultimi 30 giorni si sono verificati 19.217 contagi tra gli operatori sanitari rispetto ai 1.650 dei 30 giorni precedenti. Su questa preoccupante impennata Cartabellotta lancia l’allarme: “Oltre al rischio di focolai ospedalieri, in RSA e in ambienti protetti, preoccupa l’impatto sul personale sanitario, già in carenza di organico oltre che provato dalla prima ondata”.
Carlo Saccomando