Rincaro delle materie non solo nel settore energetico ma in tutti i settori produttivi. Preoccupazione delle associazioni di categoria.
I costi delle materie prime alle stelle e non solo nel settore energetico, mettono in ginocchio centinaia di aziende dell’agroalimentare all’edilizia. E’ una situazione insostenibile per gli imprenditori, peraltro già vessati dalla crisi determinata dalla pandemia.
I rincari per le materie prime necessarie all’alimentazione degli animali sono inaccettabili e questo sta mettendo a rischio la zootecnia. Il mais che costava 30 euro al quintale ora è a 40 euro. Il panello di semi di soia da 75 è passato a 105 euro.
In generale il rincaro delle materie prime, dal 20 fino al 40%, non coincide con l’andamento del mercato. Il Covid, inoltre, ha spostato i consumi dal latte fresco utilizzato in bar, hotel e gelaterie a quello a lunga conservazione, preferito dalle famiglie.
Nell’edilizia le cose non vanno meglio. I prezzi dei materiali sono aumentati, dal 30-35% fino a punte del 200%. C’è una carenza di materie prime, dal legno, al materiale isolante che è introvabile, ai manufatti edili: non necessariamente tale carenza si giustifica col fatto che le aziende si sono fermate nella produzione a causa della pandemia. “Vorremmo capire perché questi materiali non sono più reperibili. E chiediamo al Governo ammortizzatori non solo per gli appalti pubblici, ma anche per quelli privati”. È la presa di posizione di Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Imprese che chiede chiarezza sull’aumento dei prezzi delle materie prime e agevolazioni.
“Il Ministero – ha aggiunto Ferretti – ha capito il problema e ha deciso che entro il 31 ottobre indicherà le variazioni superiori all’8% sugli appalti pubblici. Questa indicazione permetterà al direttore lavori dell’appalto del suolo pubblico di presentare una istanza di compensazione facendo presente che il materiale col quale è stata vinta la gara di appalto è rincarato e pertanto chiederà l’aumento della gara di appalto. Per questo il Governo si è dotato di un fondo da 100 milioni di euro, per il 2021, per compensare questi prezzi. Noi però chiediamo il perché c’è stato questo aumento e riteniamo che andrebbero trovati ammortizzatori anche sugli appalti privati, per contenere i prezzi”.
Serve poi “prorogare il bonus del 110% o delle agevolazioni fiscali. La proroga è necessaria perché, in base alla mancanza dei decreti attuativi, tutti i lavori sono iniziati un anno dopo e quindi questo beneficio deve decadere un anno dopo”. Ferretti ha sottolineato che l’aumento dei prezzi dell’edilizia sta causando notevoli preoccupazioni e ritardi: ad esempio il legno è aumentato del 40%. “Il privato che si è trovato un preventivo con una cifra stabilita pre Covid, adesso si trova lo stesso preventivo raddoppiato e quindi potrebbe anche non fare più il lavoro”.