Non subisce alcuna battuta d’arresto la curva epidemiologica dei contagi in Italia che purtroppo registra l’ennesima impennata: sono 19.143 i nuovi positivi registrati nelle ultime 24 ore, a fronte di 182.032 tamponi eseguiti, numero record ti test effettuati da inizio emergenza. Mentre sono stati registrati altri 91 morti, che portano il computo totale a oltre 37mila decessi (37.059). Il totale dei contagiati, comprese vittime e guariti, raggiunge così a quota 484.869.
Superati i mille pazienti in terapia intensiva: sono 1.049, 57 in più di giovedì. Su 6.628 posti di terapia intensiva oggi disponibili in Italia il 15% è occupato da pazienti Covid, percentuale che scende all’11% se si considerano anche gli ulteriori 1.660 posti letto attivabili con i ventilatori che sono già stati distribuiti alle regioni. Il dato è contenuto nel report settimanale del Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri dal quale emerge che la regione con la percentuale più alta di pazienti in terapia intensiva – rispetto ai posti a disposizione – è l’Umbria, che ha un tasso di occupazione al 27,85%. Subito dopo c’è la Campania (21,71%) e la Sardegna (20,69%). In Lombardia la percentuale è al 15,69% mentre il tasso più basso si registra in provincia di Trento, con l’1,96%.
Dal ministero della Salute fanno sapere che le Regioni più colpite sono Lombardia (+4.916), Campania (+2.280) e Piemonte (+2.032). Proprio in Piemonte prende sempre più corpo l’ipotesi di istituire un coprifuoco, così come nella vicina Lombardia, con il divieto di uscire di casa dalle 23 alle 5 se non per motivi di urgenza o di lavoro che verranno attestati attraverso la famosa ‘autocertificazione’. Decisione che dipenderà dall’analisi degli ultimi dati del bollettino quotidiano e del monitoraggio settimanale.
Indiscrezione confermata dal presidente Alberto Cirio nel corso di un’intervista rilasciata al programma radiofonico ‘Un giorno da pecora‘ su Radio 1: “Coprifuoco anche in Piemonte? È un’ipotesi, dobbiamo analizzare i numeri insieme ai sindaci e al ministero della Salute e oggi daremo una valutazione definitiva”. Entro la serata è atteso l’eventuale via libera definitivo alla nuova ordinanza che potrebbe essere messa in atto a partire da lunedì 26 ottobre 2020.