ROMA. Continua il percorso di preparazione dei judoka italiani in vista dell’appuntamento più atteso da tutti gli atleti italiani impegnati in questa disciplina e non solo: le Olimpiadi di Tokyo 2020.
Nel passato weekend Fabio Basile, insieme alla Nazionale di judo italiana, è stato impegnato al Grand Slam ad Ekaterinburg, in Russia, manifestazione nella quale l’oro olimpico a Rio 2016 è stato autore di una gara eccezionale. Straordinaria per il risultato ottenuto, una medaglia d’argento nella categoria 73 kg, e sopratutto per la qualità dell’espressione tecnica. Non c’è bisogno di cercare le parole per descrivere quelle che sono state semplicemente delle intuizioni geniali, è stato capace di piazzare tre de ashi barai decisivi in tre incontri consecutivi, un’impresa che non si vede così spesso sui tatami ad alti livelli . Fabio è riuscito a fare un ulteriore passo in avanti verso la vetta della world ranking list che, soltanto un anno e mezzo fa, quando Basile disputò la sua prima gara nei 73 kg ad Abu Dhabi, appariva troppo alta per essere anche solo avvicinata. Attualmente in classifica generale è al 19° posto con 2229 punti , e pensare che alla prima uscita dell’anno al Grand Slam di Parigi Fabio era addirittura 37° con 1284 punti. Grazie al bronzo conquistato in Francia e l’argento in Russia ha risalito 18 posizioni e guadagnato 945 punti, il tutto in soli 80 giorni. Una media che fa ben sperare per il raggiungimento delle qualificazioni alle prossime Olimpiadi nipponiche.
Il destino ha riservato un’ulteriore sorpresa all’atleta di Settimo Torinese: sul podio è stato premiato da una leggenda del judo italiano, oro olimpico a Sidney 2000 nella medesima categoria di Basile (73kg), Giuseppe Maddaloni. Una premiazione che ha segnato metaforicamente il passaggio di consegne tra un ex campione nel cuore di tutti gli appassionati sportivi, attuale arbitro internazionale (IJF Supervisor) , e Fabio che rappresenta il futuro di questo movimento.