ROMA – Sulla questione migranti ha vinto la linea umanitaria del premier Giuseppe Conte. Al termine di un tumultuoso vertice a tre tra il presidente del consiglio e i suoi due vice è stato confermata la decisione di accogliere una parte dei 49 profughi attraccati a Malta dopo 18 giorni di peripezie nel Mediterraneo a bordo delle due navi Sea delle Ong. In tutto saranno una decina di persone che riceveranno assistenza dalla chiesa evangelica
Il ministro Matteo Salvini, dopo aver tuonato fuochi e fiamme per tutta la giornata, ha dovuto accettare la decisione per non intestarsi l’aperura di una crisi politica, che in questa fase nessuna delle componenti della maggioranza vuole.
Al termine del vertice notturno non è stato emesso nessun comunicato e Salvini si è limitato a lasciar trapelare che in futuro non dovranno più essere prese decisioni cosi importanti in modo unilaterale; insomma vuole essere coinvolto soprattutto su un tema cosi delicato come quello dei migranti.
CONTE – SALVINI – DI MAIO VERTICE ROVENTE
NELLA NOTTE PER I MIGRANTI
ROMA. La decisione del premier Giuseppe Conte di accogliere una decina di migranti sbarcati a Malta, dopo 18 giorni di peripezie nel Mediterraneo a bordo di due navi malandate delle Ong, ha creato una fortissima tensione nel Governo italiano. La scelta ha mandato su tutte le furie il ministro degli interni Matteo Salvini, che si è sentito scavalcato nel dare il via libera all’arrivo dei profughi, visto che ha dovuto ammettere di non essere stato informato. Poi c’è il dato politico, visto che nel Governo con 5Stelle, Salvini e la Lega si sentono i depositari assoluti delle scelte sull’immigrazione, che è il loro cavallo di battaglia e il punto forte del consenso che in questi mesi è lievitato sino a portare il Carroccio a diventare il primo partito italiano, con i sondaggi che lo pongono sopra il 32 per cento. Con la rottamazione della legge Fornero, che non è andata in porto e si deve accontentare di alcuni ritocchi sulla quota 100, ora per Salvini è dura incassare la scelta del presidente del Consiglio, che ha accettato di aprire le porte del Paese ad alcune famiglie di immigrati, aderendo alla richiesta della Comunità Europea.
Dopo le dichiarazioni roboanti del tardo pomeriggio e della prima serata, con il ministro degli interni, che di ritorno dal suo tour elettorale in Polonia, ha continuato a ribadire che “l’Italia non aprirà i porti a nessun immigrato e non accetta nessuna imposizione dall’Europa, che fa un favore agli scafisti”, alle 23 si è riunito a Palazzo Chigi un vertice a tre, con un faccia a faccia tra Conte, Di Maio e Salvini per cercare di trovare una soluzione accettabile.
Non è un’impresa facile far conciliare posizioni cosi diverse, che, per la prima volta dalla nascita del governo giallo-verde, si manifestano in modo cosi netto sul delicato e controverso tema dell’immigrazione.