Domenica sera, il capo del governo ha fatto sapere di aver convocato in questi giorni il M5S e il Pd e, a seguire, Italia Viva e Leu. Subito il confronto sul Recovery Plan, poi la verifica vera e propria. Il premier Giuseppe Conte tenta di sezionare i problemi del governo accogliendo il pressing del Pd sulla messa e punto del Piano di Ripresa e Resilienza e provando a “ingabbiare” Italia Viva in un nuovo faccia a faccia.
Ma il tentativo di Palazzo Chigi di uscire dal cul de sac, almeno per ora, naufraga. “Nessuno ci ha convocato. Se il cambio di metodo che chiedevamo è che dobbiamo apprendere di riunioni dagli sms di Casalino non hanno capito cosa stanno rischiando”, è la chiusura di fonti renziane. E la strada per tenere in vita il Conte 2 sembra ancora più stretta.
Del resto, la giornata inizia con un nuovo ultimatum di Iv. “Bisogna costruire un rapporto fiduciario di maggioranza che oggi non c’è più. Conte ha sciupato la fiducia che aveva”, attacca Ettore Rosato, innescando l’ira degli alleati. “Rosato parli a nome di Italia Viva, che rappresenta il 2% degli italiani. Per il Pd parliamo noi”, è la replica del vicecapogruppo Dem alla Camera Michele Bordo, che ribadisce la linea del Nazareno: “In questo momento non serva una crisi ma un patto di legislatura che permetta di rilanciare l’azione di governo”.
Anche Leu respinge al mittente l’ultimatum di Rosato mentre nel M5S, il capodelegazione Alfonso Bonafede ribadisce la trincea dei pentastellati a difesa di Conte e attacca: “E’ incomprensibile l’utilità di questo bombardamento quotidiano ed è allucinante ventilare una crisi di governo mentre gli italiani si preparano a un Natale di sacrifici”. E Luigi Di Maio è netto: “Ora è folle mettere in discussione Conte”.