Non sono bastate otto ore di confronto tra le alleanze di Governo e un interminabile Consiglio dei ministri, sospeso nel pomeriggio e successivamente ripreso, per poi terminare a mezzanotte inoltrata, a trovare l’intesa sulla riforma della Giustizia. Al termine del Cdm si riesce a trovare un accordo di massima su giustizia civile e riforma del Csm, ma con la formula “salvo intese“, vale a dire non definitivo. Questo perché Lega e M5S continuano ad avere divergenze su temi importanti quali: prescrizione, intercettazioni e separazione delle carriere all’interno della Magistratura.
Fuori da Palazzo Chigi è andato in scena lo scontro tra i due alleati di governo: secondo la Lega, la riforma è “di facciata” in quanto le proposte leghiste non sono mai state accolte e in questo momento sarebbe difficile correggere il testo perché è sbagliato l’impianto. Mentre per il M5S il leader della Lega, Matteo Salvini, starebbe tentando di bloccare l’abolizione della prescrizione che entrerà in vigore a gennaio del 2020.
Il premier Giuseppe Conte ha provato durante il Cdm a buttare acqua sul fuoco e a trasformarsi da mediatore tra le due forze di governo, ma le posizioni tra i due partiti sono rimaste immutate. Durante il Consiglio si è registrato inoltre un confronto teso durato ore tra il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e la titolare della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno.
“Stasera ho sentito tanti no“, ha commentato il Guardasigilli Bonafede, che inoltre ha aggiunto “Basta giochetti, non vorrei che il vero nodo fosse la prescrizione“. Un nuovo Consiglio dei ministri è previsto prima della pausa estiva, indicativamente intorno al 6 agosto. Il M5S punterebbe nella prossima riunione al via libera finale al testo. Ma secondo i salviniani non ci sono margini, qualche esponente di via Bellerio ha che “la riforma è stata scritta da tecnici e magistrati, noi non siamo mai stati ascoltati“.
Inoltre al termine della riunione dei capigruppo di palazzo Madama, si apprende che che le mozioni sulla Tav saranno discusse e votate in Aula al Senato tra martedì e mercoledì prossimo (6 e 7 agosto) subito dopo il decreto delega del governo sullo sport.
Carlo Saccomando