Questa mattina è in corso il vertice, in videoconferenza, tra il ministro della Sanità, Roberto Speranza, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, e i governatori delle Regioni che faranno il punto della situazione su alcune delle principali misure che verranno adottate nel nuovo Dpcm, che dovrà essere approvato entro il 3 dicembre, data di scadenza del precedente.
Sul tavolo di confronto verranno affrontati importanti temi attuali come quello se consentire o meno gli spostamenti tra Comuni e regioni, se verrà mantenuto l’attuale coprifuoco, la possibilità di andare a trovare i congiunti, il ritorno a scuola, l’apertura dei ristoranti durante le festività e la delicata questione legata all’apertura degli impianti sciistici.
Secondo quanto emerge dalle prime indiscrezioni alcuni punti cardine del nuovo Dpcm sarebbero già ben delineati: spostamenti vietati tra le regioni anche in fascia gialla, l’intenzione di palazzo Chigi sembra essere quella di vietarli dal 19 o 20 dicembre fino alla Befana, con eventuali eccezioni per chi ha la residenza in un’altra regione o per chi dovrebbe far ritorno al proprio domicilio, coprifuoco sia a Natale che Capodanno così come previsto oggi (alle ore 22:00), ristoranti chiusi il 25 e il 26 dicembre e possibilità di tenere i negozi aperti fino alle 21 in prossimità delle festività.
Nelle zone arancioni non sarà possibile lasciare il proprio comune di residenza, mentre qualche libertà in più potrebbe essere concessa ai proprietari di seconda casa che intendono raggiungerla se ubicata all’interno di regioni in zona gialla.
Tra i temi più scottanti c’è quello che concerne la riapertura degli impianti sciistici, disposizione che il governo non intende autorizzare. Le Regioni chiedono venga valutata la possibilità di riaprire gli impianti sciistici per i soli ospiti degli hotel e proprietari di seconde case, in maniera tale da dare una parziale compensazione agli impianti di risalita e alle località sciistiche.
Ma i governatori sono coscienti che questo può accadere solo se verrà posto come ‘principio cardine‘ del nuovo Dpcm il divieto di assembramento, che potrebbe anche prevedere la chiusura dei confini sulle Alpi. Quest’ultima richiesta ha l’intento di prevenire possibili spostamenti di italiani in strutture sciistiche situate al di là del confine che saranno aperte e funzionanti a pieno regime come Svizzera, Austria e Slovenia.
Carlo Saccomando