È innegabile che l’emergenza sanitaria in atto stia provocando nel nostro Paese delle gravi ripercussioni a livello economico: secondo un’analisi effettuata dall’Ufficio Studi di Confcommercio si prevede che l’epidemia da Covid-19 provocherà in Italia una perdita di 116 miliardi, con una media di 1.900 euro a cittadino.
A livello nazionale la previsione è di un calo del 10,9%: il Nord risulta l’area più penalizzata (-11,7%), con quasi il 60% del calo complessivo concentrato nelle sue otto regioni. Il Trentino Alto Adige è la regione che fa segnare la percentuale di perdita peggiore (-16%), mentre in Lombardia si registra la maggiore perdita in valore assoluto, pari ad oltre 22,6 miliardi di consumi. Mentre nel Mezzogiorno la riduzione della spesa sul territorio è più contenuta (- 8,5%) a causa della minor presenza di turisti stranieri e di una minore caduta dei redditi. nel Sud il Molise è la regione meno penalizzata (-7,5%).
In ogni caso, il quadro complessivo appare sconfortante e in tutti i territori, per differenti ragioni, dovrebbero passare almeno cinque anni per tornare ai livelli di spesa pro capite del 2019.
“Rimangono pertanto fondamentali – sottolinea l’Ufficio Studi – riforme strutturali, da finanziare in parte con i fondi europei, per tornare a crescere a ritmi più coerenti con le legittime aspettative di famiglie e imprese“.
Qualche giorno fa il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commentando l’analisi sui consumi regionali aveva lanciato un accorato appello al governo: “Nessuna area del Paese è stata risparmiata dalle conseguenze del Covid. Nell’anno in corso perderemo oltre 116 miliardi di consumi e circa 9,5 punti di Pil. Per tornare a crescere, grazie anche ai fondi europei, servono provvedimenti più incisivi e rapidi nella loro applicazione. Il tempo non gioca a nostro favore e i nodi fiscali e burocratici che rallentano la crescita devono ancora essere risolti”.
Carlo Saccomando