La Commissione UE prevede che per il settimo anno consecutivo l’economia europea continuerà ad essere in crescita anche nel 2019, con un aumento del PIL reale in tutti gli Stati membri.
Tra i fattori principali del recente rallentamento della crescita globale e del commercio mondiale, ci sarebbe l’elevata incertezza sulle politiche commerciali, che incidono negativamente sulle prospettive di crescita del prodotto interno lordo (PIL) nel 2019 e nel 2020. Un altro fattore è rappresentato dalla persistente debolezza del settore manifatturiero, soprattutto nei paesi che devono affrontare problemi specifici nell’industria automobilistica. Per gli esperti saranno le dinamiche interne a sostenere l’economia europea. E inoltre la crescita dovrebbe subire una netta accelerazione il prossimo anno.
Pierre Moscovici, Commissario europeo per gli Affari economici e monetari, ha dichiarato: “L’economia europea continuerà a crescere nel 2019 e nel 2020. La crescita rimane positiva in tutti i nostri Stati membri e continuano ad arrivare buone notizie sul fronte dell’occupazione e della crescita dei salari. Ciò indica una tenuta dell’economia europea di fronte a una situazione globale meno favorevole e a una persistente incertezza. Tuttavia, dobbiamo essere pronti a sostenere maggiormente l’economia, se necessario, e ad adottare ulteriori riforme per stimolare la crescita. Soprattutto dobbiamo evitare di scivolare nel protezionismo, che non farebbe altro che esacerbare le tensioni sociali ed economiche esistenti nelle nostre società.“
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l’Euro e il dialogo sociale, nonché per la stabilità finanziaria, ha affermato: “L’economia europea si sta dimostrando resiliente dinanzi a un ambiente esterno meno favorevole, caratterizzato anche da tensioni commerciali. La crescita dovrebbe proseguire in tutti gli Stati membri dell’UE e accelerare l’anno prossimo, sostenuta da una forte domanda interna, da un aumento costante dell’occupazione e da costi di finanziamento modesti. Tuttavia, sulle prospettive pesano notevoli rischi. Sul fronte esterno vi è il rischio di un’ulteriore intensificazione dei conflitti commerciali e delle debolezze dei mercati emergenti, in particolare la Cina. In Europa è importante prestare attenzione all’eventualità di una Brexit senza accordo, all’incertezza sul piano politico e a un possibile ritorno del circolo vizioso tra emittenti sovrani e banche.”