• 25 Novembre 2024
  • ECONOMIA

Come la moneta digitale di Stato potrebbe salvare l’euro ed essere Piano B

Uno studio recente della Oxford Economics citato dalla Business Insider Italia (la Oxford Economics, nata nel 1981 come joint venture con l’Università di Oxford, è una delle maggiori società indipendenti di ricerca e analisi previsionale di economia globale) illustra tre possibili scenari e tre possibili soluzioni per l’Italia per uscire dalla crisi economica generata dalla pandemia di Coronavirus.

Il primo scenario è quello più favorevole: i mercati finanziari non sono sotto stress e le condizioni di mercato ritornano alla situazione “pre-coronavirus” nonostante il maggiore indebitamento dei Paesi.

Il secondo scenario è meno favorevole: i mercati finanziari sono leggermente sotto stress e la Bce continua ad acquistare titoli di Stato italiani.

Il terzo scenario è il peggiore: i mercati finanziari sono sottoposti a forte stress, l’Italia perde l’accesso ai mercati e deve quindi ricorrere a misure straordinarie di politica fiscale (patrimoniale, prestito forzoso). C’è anche il rischio dell’Italexit (l’uscita dell’Italia dalla Ue e dall’euro).

moneta digitale

Esistono altri scenari oltre ai tre presentati dalla Oxford Economics? La risposta è sì, vengono qui presentati.

Un quarto scenario potrebbe essere meno traumatico del terzo scenario della Oxford Economics: ogni Paese (o gruppi di Paesi) potrebbe avere ciascuno un proprio euro, il cui valore potrebbe fluttuare entro determinati limiti. Questi limiti potrebbero assottigliarsi sempre di più fino a consentire di centrare l’obiettivo di una moneta unica enunciato nel trattato di Maastricht del 1992. Questa è l’idea dell’“euro flessibile” proposta nel 2016 dall’economista statunitense Premio Nobel Joseph Stiglitz.

Un quinto scenario è un compromesso tra il terzo scenario della Oxford Economics e il quarto scenario di Joseph Stiglitz: i mercati finanziari sono sottoposti a forte stress, l’Italia perde l’acceso ai mercati e deve quindi ricorrere a misure straordinarie di politica fiscale e di politica monetaria. L’Italia introduce la propria moneta digitale di Stato circolante solo sul territorio nazionale e parallelamente all’euro.

La moneta digitale dello Stato italiano, che si potrebbe chiamare Lid (Lira Italiana Digitale), verrebbe utilizzata come un semplice mezzo di scambio e non come un deposito di valore. In altre parole la Lid non genererebbe altra moneta attraverso il meccanismo del tasso di interesse, essendo questo uguale a zero.

La Lid sarebbe una moneta digitale scritturale (come quella utilizzata dalle banche nell’erogazione di mutui e prestiti), non sarebbe quindi una criptovaluta (tipo bitcoin). Verrebbe utilizzata per pagare imposte e tasse (e quindi avrebbe corso legale), pensioni, stipendi, e quant’altro. Circolerebbe solo in Italia, verrebbe scambiata con un rapporto 1:1 con l’euro (1 Lid = 1 euro), non sarebbe soggetta a speculazioni finanziarie.

A differenza dell’euro che non è agganciato a nulla e quindi potrebbe essere emesso (almeno in teoria) in quantità illimitata, la Lid sarebbe agganciata a risorse reali (come edifici dello Stato e lavoro delle persone) e quindi, non potendo essere disponibile in realtà in quantità illimitata, non potrebbe stimolare l’inflazione.

Oggi i problemi più urgenti da risolvere sono almeno due: distribuire liquidità alle imprese e alle famiglie in tempi rapidi e mantenere i lavoratori in attività.

Lo Stato potrebbe immediatamente disporre di 340 miliardi di euro trasformando in Lid il proprio patrimonio immobiliare e quindi distribuire, a fondo perduto, liquidità a famiglie senza reddito, a imprese senza entrate, e a lavoratori in cassa integrazione o disoccupati. Il vantaggio di utilizzare la Lid in luogo dell’euro è duplice: primo, lo Stato non avrebbe necessità di ricorrere a ingenti prestiti attraverso i mercati finanziari (quindi il debito pubblico non aumenterebbe); secondo, le famiglie e le imprese sarebbero più propense a spendere Lid che euro, farebbero quindi circolare denaro, stimolerebbero i consumi, la produzione, gli investimenti e l’occupazione. In questo modo l’Italia salverebbe se stessa e l’euro, e avrebbe con la Lid, nel caso peggiore dell’Italexit (terzo scenario della Oxford Economics), già pronto il Piano B.

Claudio Maria Perfetto

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