Il balzo delle temperature oltre i 40 gradi portati dall’anticiclone africano Caronte, che stringe d’assedio città e campagne, ha fatto esplodere i consumi di frutta e verdura sulle tavole degli italiani: negli ultimi sette giorni si è registrato un aumento medio del 20%. È quanto stima la Coldiretti sulla base delle indicazioni dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica in riferimento all’impatto sugli acquisti dell’ondata di grande caldo che ha investito la Penisola con il bollino rosso in sette città.
“L’andamento positivo dei consumi oltre che dai cambiamenti climatici è spinto anche – sostiene Coldiretti – dalla svolta green nell’alimentazione impressa dall’emergenza Covid con una crescente attenzione al benessere a tavola con la preferenza accordata a cibi freschi, genuini e dietetici“.
L’aumento repentino delle temperature ha inoltre accelerato i processi di maturazione di frutta nelle campagne: sui banchi di mercati e supermercati, da Nord a Sud della Penisola, si nota la presenza di una più ampia gamma di frutta e verdura. Secondo gli esperti prodotti come angurie, meloni, albicocche, pesche, nettarine, ciliegie, fragole, nespole, susine e uva da tavola aiutano a combattere l’afa, a idratarsi e a fare il pieno naturale di vitamine.
Tra i dati positivi l’associazione sottolinea che la produzione di frutta estiva quest’anno in Italia è stimata in aumento rispetto alla disastrosa annata scorsa, ma preoccupano e non poco gli effetti che siccità potrebbe far rivedere al ribasso le stime. L’anticipo del grande caldo ha portato in alcune aree l’invasione di cimici asiatiche, l’insetto killer dei campi che ha colpito frutti prossimi alla raccolta, dalle ciliegie alle pesche con danni incalcolabili.
Ma le maggiori ripercussioni sul settore sono causate dalle conseguenze del conflitto in Ucraina. Il forte incremento dei costi correnti di produzione ha causato aumenti a cascata per gli agricoltori: secondo elaborazioni Coldiretti su dati Crea per la frutta italiana gli aumenti sono in media del +51% con rincari che vanno dal +170% per i fertilizzanti al +129% per il gasolio agricolo per le raccolte fino a 15% per i prodotti fitosanitari,
A questo si aggiungono gli aumenti per i trasporti fino agli imballaggi, con gli incrementi che colpiscono dalla plastica per le vaschette, le retine e le buste (+70%), alla carta per bollini ed etichette (+35%) fino al cartone ondulato per le cassette (+60%), stesso trend di rincari per le cassette in legno (+60%).
“L’ortofrutta – precisa la Coldiretti – è la prima voce di spesa degli italiani per una media di quasi 108 euro al mese, per un quantitativo totale di circa 5,9 milioni di tonnellate lo scorso anno“.
“Frutta e verdura sono alimenti che soddisfano molteplici esigenze del corpo: nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, riforniscono di vitamine, mantengono in efficienza l’apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all’azione dei radicali liberi prodotti nell’organismo dall’esposizione al sole, nel modo più naturale ed appetitoso possibile“.
Il settore ortofrutticolo nazionale garantisce all’Italia 440mila posti di lavoro, pari al 40% del totale in agricoltura, con un fatturato di 15 miliardi di euro all’anno tra fresco e trasformato, pari al 25% della produzione agricola totale, grazie all’attività di oltre 300mila aziende agricole su più di un milione di ettari coltivati in Italia e vanta ben 113 prodotti ortofrutticoli Dop e Igp.
“Per difendere il patrimonio ortofrutticolo italiano è necessario intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che – occorre lavorare per accordi di filiera con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali“.