Alla base dell'addio anticipato ci sarebbero state alcune divergenze legate al mercato in entrata tra il tecnico calabrese e il presidente Commisso. Sullo sfondo il super agente Jorge Mendes.
Gennaro Gattuso non è più l’allenatore della Fiorentina. Tecnicamente sarebbe più corretto affermare che non lo è mai stato, in quanto la firma sul contratto biennale che lo avrebbe legato al club viola sarebbe dovuta essere apposta dopo il 30 giugno, data fino al quale è ancora legato al Napoli.
In una nota ufficiale la società scrive: “ACF Fiorentina e Mister Rino Gattuso, di comune accordo, hanno deciso di non dare seguito ai preventivi accordi e pertanto di non iniziare insieme la prossima stagione sportiva. La Società si è messa immediatamente al lavoro per individuare una scelta tecnica che guidi la squadra Viola verso i risultati che la Fiorentina e la Città di Firenze meritano”.
Una decisione che ha del clamoroso vista l’enfasi con la quale il presidente Commisso e il club avevano annunciato l’arrivo di Righio presentato come un giovane tecnico che però vanta già una grande esperienza e che avrebbe aiutato la società nel proprio percorso di crescita: un cammino che nelle idee del patron italo-americano deve riportare la Fiorentina ai vertici del calcio italiano. Gattuso era stato definito “una garanzia importante di determinazione, competenza e voglia di vincere”. E mai frase fu più azzeccata perché di determinazione in questo scorcio di esperienza viola ne ha messa fin troppa, soprattutto per quanto riguarda i nuovi innesti da inserire nella squadra.
A determinare l’addio prematuro sono state le divergenze di vedute sul tema dei nuovi acquisti: il tecnico aveva chiesto il centrocampista del Porto Sérgio Oliveira, l’esterno offensivo messicano Jesus Corona (Porto) e l’attaccante Gonçalo Guedes attualmente al Siviglia. Tre giocatori che guarda caso sono tutti nel giro del super procuratore sportivo Jorge Mendes, agente tra gli altri di Cristiano Ronaldo, senza dimenticare che è anche il manager dello stesso allenatore.
La società viola sarebbe stata propensa ad accontentare Rino, ma solo a determinate condizioni economiche: ad esempio per Oliveira il dg Joe Barone e il direttore sportivo Daniele Pradè sarebbero stati disposti ad offrire 12 milioni per il 29enne lusitano. Valutazione ritenuta troppo bassa dal Porto che chiedeva ben 20 milioni per il giocatore che oltre le esperienze in diversi club portoghesi è stato prima in Francia, al Nantes nel 2016/17, e poi in Grecia, al Paok Salonicco nel 2019.
Commisso pensava che Mendes, visto il rapporto che lo lega a Gattuso, potesse agevolare il club ad ottenere i giocatori da lui rappresentati a costi non troppo esorbitanti, soprattutto in un periodo storico nel quale la pandemia ha avuto un impatto fortemente negativo sulle finanze delle società di calcio. Inoltre si aspettava l’appoggio del tecnico sulle questioni di carattere economico. Ma ciò non è avvenuto, anzi si vocifera che ad un certo punto dal New Jersey il patron avesse esplicitato di non volersi legare ad un solo procuratore: da tempo Commisso lotta contro lo strapotere degli agenti e le loro commissioni esorbitanti. L’ex tecnico di Milan e Napoli non ha gradito lo sfogo e lo strappo è stato insanabile, fino alla rottura definitiva sancita stamane.
A questo punto la Fiorentina dovrà correre per trovare in breve tempo un nuovo tecnico col quale pianificare la prossima stagione. Alcuni rumors parlano di Rudi Garcia, ex Roma, come principale candidato alla panchina, ma in lizza ci sarebbero anche Claudio Ranieri, ex tecnico della Fiorentina dal ’93 al ’97, Walter Mazzarri, cresciuto nelle giovanili viola, e infine Andrea Pirlo.