Tra le domande che più spesso gli italiani si sono posti in prossimità delle vacanze è la seguente “Meglio il mare o la montagna? E perché non visitare una citta d’arte?“. Domanda che non avrà mai una risposta univoca e alla quale ogni italiano continuerà a rispondere in base alle proprie preferenze personali. Solo una cosa è certa: il turismo nel Belpaese non può basarsi esclusivamente su una determinata tipologia di mete e le misure di supporto al settore devono essere uguali per tutti.
Su questo tema è intervenuto quest’oggi il Presidente della regione Piemonte Alberto Cirio che durante la conferenza Stato-Regioni ha illustrato una proposta per rilanciare le montagne piemontesi e non solo: “Vaccinare gli abitanti ed operatori delle montagne piemontesi contro il Covid, creando così delle “bolle” naturali sicure sul modello di quanto è stato proposto per le isole italiane e far ripartire il turismo“. Quindi niente più figli e figliastri o mete turistiche di serie A e serie B ma ripartenza garantita per tutti, visto e considerato che il comparto neve è fermo da oltre un anno (9 marzo 2020).
La proposta arriva proprio nel giorno in cui alcuni lavoratori stagionali valsusini hanno organizzato una manifestazione di protesta in piazza Castello a Torino, davanti alla Regione, per rivendicare il sacrosanto diritto di tornare a lavorare. Molti di loro sono impiegati stagionali, assunti con contratti a tempo determinato, che prestano il proprio servizio in attività commerciali, bar, hotel, ristoranti e servizi del comparto sciistico.
Il governatore si è intrattenuto qualche minuto con un gruppo di manifestanti per scambiare idee e opinioni: “La logica – ha sottolineato Cirio – con il cui il governo ha scelto di vaccinare le isole perché sono considerate una comunità fragile è giusta. In conferenza
Stato-Regioni ho chiesto di adottare però la medesima posizione con le nostre montagne, che vivono le stesse condizioni di fragilità, soprattutto legate ai tempi di spostamento lungo chilometri di strade di montagne”.
Il concetto di fondamentale importanza rimarcato è che se verranno vaccinati operatori e cittadini, contestualmente alla diffusione del Green pass per i turisti, si avrà la certezza che le montagne potranno essere delle ‘isole’ sicure dove lavorare e godersi le vacanze.
Prima del governatore gli operatori hanno incontrato il vicepresidente Fabio Carosso e l’assessore allo sport Fabrizio Ricca, a cui hanno consegnato un documento dal titolo “Riparti montagna”, al cui interno vengono chieste “misure di sostegno adeguate in quanto alla data prevista per l’apertura della stagione eravamo in attesa di firmare il contratto, ma ci eravamo già formalmente impegnati con i nostri datori di lavoro. Il repentino ed inspiegabile diniego all’inizio dell’attività stagionale ci ha trasformati da lavoratori a disoccupati”.
Oltre questo il documento si auspica “la possibilità di essere reintegrati nel mondo del lavoro tramite la disoccupazione dato che non abbiamo ottenuto il diritto al lavoro e quindi non abbiamo maturato i necessari requisiti”.