“Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il Governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili”. Comincia così il messaggio lanciato sui social dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che si è scagliato apertamente contro la decisione del governo che con l’approvazione del nuovo Dpcm ha inserito il Piemonte in zona rossa.
Il governatore ha confessato di aver passato una notte insonne perché analizzando i dati non è riuscito a capacitarsi del motivo per cui l’esecutivo abbia voluto assumersi scelte così importanti sulla base di dati vecchi di almeno 10 giorni.
Tra le accuse più feroci spicca quella di non aver stato preso in benché minima considerazione il netto miglioramento dell’indice di contagio dell’epidemia (Rt) del Piemonte, secondo Cirio “sceso nell’ultima settimana grazie alle scelte di prudenza che la Regione aveva già saputo adottare”. Inoltre ha accusato il governo di aver utilizzato un metro di valutazione diverso per regioni con situazioni per più gravi rispetto a quella da lui guidata.
“Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte – ha ribadito Cirio – . Il rispetto delle istituzioni fa parte della mia cultura. Ed io rispetto lo Stato. Ma anche il Piemonte merita rispetto. Lo meritano i Piemontesi e le tante aziende che forse non riapriranno. Ed io per loro pretendo dal Governo chiarezza.”
Sulla decisione del governo è intervenuta su Facebook anche la sindaca di Torino Chiara Appendino, in maniera meno polemica rispetto al governatore Cirio:” In questo momento drammatico, le istituzioni devono assumersi le proprie responsabilità. Il Governo l’ha fatto, stabilendo dei criteri di rischio per le Regioni. Adesso bisogna mettere subito in atto un piano dettagliato e concreto che ci faccia uscire dalla fascia rossa e che porti Torino e il Piemonte fuori dal lockdown il prima possibile.”
Il primo cittadino del capoluogo piemontese coglie anche l’occasione per lanciare un paio di stilettate proprio nei confronti del presidente della Regione evidenziando che “il sistema sanitario, per stessa ammissione della regione, non sta reggendo” e che “ogni minuto perso a fare polemica è un minuto in meno” dedicato ai piemontesi e alle imprese in grave difficoltà economica.
“Adesso bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare pancia a terra per uscirne fra 14 giorni. Punto.”, questo il messaggio finale lanciato dalla sindaca pentastellata.
Carlo Saccomando