• 21 Novembre 2024
  • PIANETA ANIMALI

Cinofobia, cos’è e come superarla

Cinofobia, questo è il termine che si utilizza per definire le persone che hanno una paura irrazionale e persistente nei confronti dei cani, che siano essi randagi o da compagnia.

Secondo alcune ricerche, tra le fobie più comuni e diffuse, oltre a quelle classiche come ad esempio quelle rivolte a ragni (aracnofobia) e a serpenti (ofidiofobia), vi è anche la cinofobia; sono infatti molte le persone che ne soffrono, ma per quale motivo?

Le cause sembrano essere diverse: vi sono casi in cui la paura del cane è interpretata come il terrore di essere aggrediti e morsi da questo animale – magari correlato ad un episodio realmente accaduto e vissuta quindi come un’esperienza negativa – e poi vi sono casi non sempre facilmente identificabili, come accade tra l’altro per molte altre fobie.

Non sempre si riesce a capire il motivo di queste paure e secondo alcune statistiche solo il 15-30% delle persone cinofobiche ne cerca la risoluzione, tramite un trattamento appropriato al loro caso.

I soggetti che soffrono di cinofobia sperimentano una sensazione di forte disagio, ansia e nervosismo nel vedere un cane, o anche solo nel sentirne uno che abbaia. È una paura che può interferire con la vita quotidiana e, nei casi più estremi, si manifesta sotto forma di attacchi di panico, palpitazioni, sudorazione, vertigini, tremori, difficoltà respiratorie e altro ancora.

cinofobia

Quali sono le cause che provocano la cinofobia?

Come abbiamo detto precedentemente, come accade per molte altre fobie, anche la paura dei cani non sempre è identificabile. Nella maggior parte dei casi la reazione fobica che sta alla base della cinofobia è strettamente correlata a situazioni traumatiche che si sono vissute.

Secondo l’interpretazione di carattere psicoanalitico, tale paura insorge quando l’individuo trasferisce i suoi motivi di preoccupazione interiore su situazioni o elementi esterni, in modo tale da fuggire dalle rappresentazioni che inducono uno stato di angoscia. Un modo per rimuovere un’idea o un desiderio non gradito alla coscienza.

Ad oggi sembrano essere tre le teorie che possono spiegare le motivazioni principali per cui si sviluppa la paura dei cani:

  • esperienza osservativa, è la paura derivante alla partecipazione visiva di un comportamento minaccioso di un cane rivolto nei confronti di una persona vicina;
  • esperienza personale diretta, consiste nell’aver vissuto sulla propria pelle un incontro negativo con un cane (essere stati aggrediti o morsi da un cane);
  • esperienza informativa o istruttiva, talvolta il timore dei cani è riferito direttamente da un conoscente o una persona prossima (ad esempio i genitori che provano antipatia o insegnino ad evitare questi animali) o indirettamente (vista in documentari televisivi o riportate su libri o film).

E quando nessuno di questi tre modelli ne spiega la paura, vi è una quarta possibile causa, quella riguardante i fattori biologici. Questo significa che la cinofobia può essere il risultato di una miscela di apprendimento e genetica, intesa come un meccanismo di difesa per sfuggire ed evitare di diventare vittima dei predatori.

cinofobia

Come affrontare la paura dei cani?

Di norma l’animale morde quando viene infastidito, se si sente minacciato o se si trova in situazioni di forte stress. E i principali soggetti che risultano essere più suscettibili a sviluppare questa fobia sembrano essere i bambini di età compresa tra i cinque e i nove anni, a causa del loro comportamento spontaneo e vivace che spesso può allertare i cani e metterli nelle condizioni di doversi difendere.

In questi casi si può prevenire dando loro una buona educazione basata sul rispetto del cane, un approccio molto importante per prevenire ed evitare non solo incidenti, ma anche questo tipo di fobia.

La cinofobia può essere affrontata in modo efficace, ma il modo varia a seconda della gravità del quadro clinico, il ché può avvenire mediante vari approcci terapeutici: farmaci, psicoterapia, ipnosi, etc.

Si tratta di interventi che hanno l’obiettivo di indurre la persona a razionalizzare la propria fobia, cercando di concentrarsi sulla possibilità di reagire ai pensieri ansiogeni e di affrontare le convinzioni negative associate al comportamento dei cani.

La cura per la cinofobia sembra essere relativamente semplice, soprattutto se ci si rivolge ad uno specialista del settore. Uno psicoterapeuta potrebbe aiutare la persona a comprendere, gestire ed affrontare questo disturbo e dopo un periodo di valutazione del caso, si utilizzerebbero specifiche tecniche di esposizione o di desensibilizzazione sistematica alle situazioni temute. In questo modo la persona può avvicinarsi gradualmente agli stimoli che prima innescavano in lui la paura e, con l’abitudine, essi cessano di generare ansia.

Molto utile potrebbe anche essere quello di accarezzare un cane vero, magari con l’ausilio di un espero in Pet Therapy, dove l’intensità dell’esposizione sarà personalizzata in base a quanto la persona riesce a tollerarla e alla gravità dei sintomi.

È comunque importante affrontarla e procedere a passi graduali, in quanto l’evitamento contribuisce solo al perpetuarsi della fobia.

Conclusioni

La cinofobia è spesso difficile da interpretare e da ricollegare ad eventi significativi e qualora i sintomi derivanti da questo problema limitassero in modo significativo la quotidianità dell’individuo che ne soffre, sarebbe consigliabile rivolgersi all’aiuto di professionisti esperti.

Si potrebbe in qualche modo avere una valutazione preliminare per comprendere i motivi che stanno alla base del disagio ed inquadrare così il problema.

Inoltre, per quanto riguarda i bambini, secondo il parere di alcuni psicologi è consigliato esporli in modo sereno ai cani, insegnando loro a non infastidire questi animali e ad interagire sempre con prudenza, in particolare con quelli che non si conoscono, in modo da prevenire l’insorgere di questa paura.

Sarebbe inoltre d’aiuto anche da parte di familiari ed amici evitare di fare pressione ai soggetti che ne soffrono, in quanto questo li può traumatizzare e generare in loro nuovamente la paura, evitando quindi anche scherzi o portare con sé un cane all’insaputa dell’amico fobico.

Valeria Glaray

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Valeria Glaray

Laureata in Servizio Sociale ed iscritta alla sezione B dell’Albo degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte. Ha un particolare interesse per gli argomenti relativi alla psicologia motivazionale e per le pratiche terapeutiche di medicina complementare ed alternativa. Amante degli animali e della natura.

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