Il 6 giugno 1861 moriva a Torino Camillo Benso conte di Cavour, uno dei personaggi cardine del Risorgimento italiano. La sua figura è stranamente scarsamente valutata, come poco viene fatto per ricordarlo.
A tenere vivo il ricordo del grande statista è soprattutto Santena, in provincia di Torino, dove si trova la sua residenza, che custodisce la sua tomba ed oggi, martedì 6 giugno è in programma la commemorazione della sua morte. Il merito di questa iniziativa è della Fondazione Cavour, del Comune di Santena e dell’Associazione Amici di Cavour.
Questo il programma della Commemorazione a Santena per il 162° anniversario della morte di Camillo Benso Conte di Cavour, che risulta essere l’unica che ricorda il grande statista.
Alle 6,45, (ora della morte di Cavour) posizionamento della bandiera a mezz’asta. Alle 18 cerimonia ufficiale con omaggio alla tomba di Cavour, onori alla bandiera, e saluti delle autorità. Commemorazione dello storico Gianni Oliva. Ore 19 inaugurazione della Sala delle Corone nella Torre Viscontea e degustazione di prodotti tipici dei territori cavouriani.
Nell’ambito delle celebrazioni ci sono due momenti di notevole interesse: 1) Apertura della Sala delle Corone, primo piano della Torre Viscontea. 2) Presentazione del “Passaporto del Buon Cittadino”. Un progetto dell’Istituto Comprensivo di Santena che spinge gli alunni e le alunne a compiere esperienze e collaborazioni significative con associazioni e enti, nel corso delle quali maturano crediti che concorrono alla loro valutazione scolastica.
Oggi si ricorda il giorno della improvvisa e tuttora “misteriosa” morte del principale artefice del processo culminato con l’Unità d’Italia. Perché le identità degli Italiani e degli Europei sono state segnate dall’azione di Camillo Cavour e dei suoi contemporanei.
La Fondazione Camillo Cavour e i Volontari dell’Associazione Amici di Camillo Cavour di Santena dal 1996 in avanti hanno lavorato con precisi obiettivi. Realizzare idee e progetti sulle tracce e gli indirizzi lasciati dalle generazioni che hanno fatto del Piemonte e dell’Italia una terra in cui si è fortunati a crescere e vivere. Tutto ciò si è creato formando una rete tra le comunità e i contesti in cui il Contadino-Tessitore e i suoi contemporanei operarono e vissero.
Dopo la commemorazione ufficiale, fin dalla prima edizione, è infatti presente, in quello che è chiamato “l’omaggio alla memoria”, la degustazione di cibi e prodotti tipici. Tra i quali il vino delle Langhe, di Grinzane Cavour; il riso coltivato nelle terre percorse dal Canale Cavour. Gli asparagi fortuna e ricchezza di Santena e delle terre del Pianalto, nonché simbolo della modernizzazione dell’agricoltura italiana. Le carni di bovini e suini che i Benso allevarono e incrociarono nelle loro cascine. L’insieme –degustazione dei prodotti tipici e commemorazione– sottolinea il forte valore culturale e sociale esistente tra il settore agroalimentare e le comunità Zonale, Metropolitana, Piemontese e Italiana. Confermato dalla partecipazione e dalla presenza dei rappresentanti delle istituzioni. Lo Stato unitario, la Regione Piemonte, la Provincia (oggi Città Metropolitana Torinese). Poi la città di Torino, erede e proprietaria del Parco, dell’Archivio, della Cascina Nuova, della Torre e del Castello Cavour, la città di Santena, che ha l’onore e l’onere di contribuire alla custodia di questo luogo primario della memoria patria. I Comuni di Grinzane, di Trino e quelli del Bacino Idrografico del fiume Banna.
Accanto ai prodotti e alle istituzioni i punti di forza della rete sono le aziende che materialmente donano, preparano e distribuiscono i piatti della memoria. Quest’anno in prima fila ci sono la società agricola Fantolino di Cafasse, con lo Zabaione realizzato in collaborazione con Alberto Marchetti e il Sermig, Arsenale della Pace. Il Caffè Vergnano, la più antica torrefazione italiana. La Distilleria Vincenzi di Pecetto con il suo Bicerin tanto caro al Conte. Il Ristorante Andrea di Poirino. L’Enoteca Regionale Piemontese Cavour di Grinzane Cavour. Il riso Gran Cavour realizzato dall’Ires di Nibbiola (NO). E poi le Santenesi. La Macelleria Crivello, del compianto Secondino, maestro Slow Food. Il Grissinificio Feyles, artigiani del Rubatà. L’Associazione Ristoratori Santenesi (L’Antico Pioppo di Giovanna Cavaglià, la Locanda del Cont di Elena Capello, le Vecchie Credenze di Vittorio Dalla Vecchia). La Lenti Prosciutti, recentemente acquisita dal Gruppo Amadori, il colosso agroalimentare con sede a Cesena. L’Associazione Produttori Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto, 25 aziende agricole che praticano la vendita diretta in cascina dei germogli d’asparago a tempo zero, tanto apprezzati dallo Statista. Aziende, imprenditori e lavoratori sono la dimostrazione del legame con il territorio e con la comunità in cui operano e con la storia e la memoria patria.
A Santena opera una rete eterogenea, che guarda con fiducia al futuro. Dove la memoria e la storia stanno al territorio e alla comunità come illuministicamente il lavoro e l’imprenditorialità stanno alla produttività del sistema che crea la ricchezza della nazione. Una rete basata sulla collaborazione e sul perseguimento di interessi comuni, tra loro differenziati a seconda della missione che aziende, associazioni, enti e istituzioni intendono raggiungere.
Servizi e approfondimenti si trovano su rossosantena.it e sul portale www.pianalto.to.it