Eitan, il bambino superstite dopo l’incidente mortale nella funivia Stresa-Mottarone dello scorso 23 maggio, è di ritorno in Italia. Sembra così concludersi il lungo capitolo relativo al suo affidamento che aveva visto contrapposti i rami della sua famiglia, nonché tra la stessa Italia ed Israele.
A soli 6 anni Eitan aveva perso entrambi i genitori a causa di quella tragedia, mentre lui era riuscito a sopravvivere al tristissimo evento. Nel mese di settembre, tuttavia, Shmuel Peleg, il nonno materno del ragazzo, lo aveva rapito e condotto nella nazione ebraica in Medio Oriente. Eitan è nato in Israele e lo aveva lasciato quando aveva circa un anno.
Il trasferimento non autorizzato in Israele, anche se secondo i giudici si è trattato di un vero e proprio rapimento, è avvenuto mentre Aya Biran, zia paterna del bimbo, era diventata sua tutrice legale. La donna ha iniziato una battaglia legale per riportare il bimbo in Italia, terminata con la sentenza della Corte Suprema di Tel Aviv che ha dato definitivamente torto a Peleg e consentendo il suo ritorno in Italia per il 3 dicembre.
Il giudice Alex Stein aveva infatti stabilito che “il luogo normale di vita” del ragazzino “sia in Italia dove ha trascorso quasi tutta la sua esistenza“, allineandosi alla Convenzione internazionale dell’Aja in casi analoghi: tolleranza zero verso i rapimenti e restituzione immediata ai legittimi tutori.
Dopo il congedo con i familiari materni di Eitan ci sono stati i controlli sanitari previsti: nello specifico è stato sottoposto ad un tampone. L’aereo che lo ha riportato in Italia è partito dalla capitale israeliana arrivando ieri sera, alle ore 22, allo scalo bergamasco di Orio al Serio.
“Sono contento di essere tornato a casa“, queste le prime parole del bimbo conteso. Adesso per lui bisognerà ricreare un clima di tranquillità, permettendo un suo graduale reinserimento a scuola e nella comunità di Travacò Siccomario, il comune in provincia di Pavia nel quale risiede insieme alla famiglia.
Gli avvocati della zia Aya hanno rivolto un appello pubblico alle istituzioni in cui hanno chiesto di aiutare Eitan a riprendere la sua vita di bambino di 6 anni. Il pensiero della famiglia è che in questo momento “si spengano i riflettori sulla sua vita privata” e “si apra una nuova fase“, caratterizzata da “un percorso di crescita più sereno, ancora più necessario se si considera la terribile tragedia che l’ha coinvolto“.
Un portavoce della famiglia Biran ha inoltre aggiunto: “dopo 84 giorni da quando è stato allontanato illegalmente dalla sua casa, Eitan tornerà ora alla routine, a tutti gli ambienti medici, terapeutici ed educativi, ai suoi amici del quartiere e alla scuola, alla comunità in cui è cresciuto, e al suo adorato gatto Oliver“.
Comunque sia, ci sono ancora degli strascichi legali al Tribunale dei Minorenni tra le due famiglie: la famiglia dei nonni materni è pronta a presentare ricorso per contestare la decisione di affidare la tutela legale alla zia Aya Biran.
Mentre Gabriel Alon Abutbul, considerato complice di Peleg nel rapimento, è stato arrestato a Cipro e poi rilasciato in attesa di essere estradato. Bisognerà valutare le sue implicazioni nella vicenda. Nonostante tutti questi altri eventi, la vita di Eitan può ora riprendere con serenità.