Scontro nella maggioranza: per Pd e pentastellati la sospensione incentiverebbe l'evasione fiscale, mentre per il centrodestra con i 2 miliardi risparmiati si potrà aiutare le aziende e i lavoratori colpiti dalla crisi.
La Cabina di Regia, capitanata dal premier Giuseppe Draghi, nella riunione di ieri sera a Palazzo Chigi ha sancito la sospensione del cashback di Stato a partire dal 1° luglio fino al termine del 2021. Ma secondo alcuni lo stop potrebbe essere addirittura definitivo, anche se è ancora troppo presto per capire se la misura potrà essere reintrodotta nuovamente a partire dal 2022 o meno.
La decisione della Cabina di Regia ha creato non pochi dissapori all’interno della maggioranza, soprattutto tra le fila del Partito Democratico e del MoVimento 5 Stelle, i cui esponenti hanno espresso pubblicamente il loro dissenso. Di parere opposto Lega e Forza Italia, oltre a Fratelli d’Italia all’opposizione.
Il cashback è un’iniziativa messa in campo dal governo Conte, promossa direttamente dall’ex premier che aveva stanziato 5 miliardi di euro, che aveva come intento principale quello di contrastare l’evasione fiscale incentivando l’utilizzo dei pagamenti elettronici mediante un sistema di rimborsi premi calcolati in un semestre.
Nello specifico veniva riconosciuto un rimborso massimo semestrale pari al 10% di quanto speso fino a un massimo di 1.500 euro a semestre e a condizione che vengano effettuate almeno 50 operazioni cashless a semestre: in sostanza il rimborso massimo ottenibile nell’arco di 6 mesi è di 150 euro.
Tra i primi a manifestare la propria delusione l’ex ministro dello Sviluppo economico e attuale ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, che a margine del Consiglio europeo in Lussemburgo ha etichettato la sospensione del cashback come “un’errore” e si è augurato che il governo possa presto tornare indietro sui propri passi.
Del medesimo avviso i portavoce del Movimento 5 Stelle in Commissione Finanze alla Camera che in una nota ricordano come il meccanismo abbia incentivato il processo di digitalizzazione in Italia, tra i punti più rilevanti del programma del governo Conte, e che abbia raccolto l’adesione di oltre 8,9 milioni di italiani, di cui oltre 6 milioni rimborsati, con un totale di 784,4 milioni di transazioni e 16,4 milioni di strumenti di pagamento attivati.
Secondo i pentastellati si tratta di “una misura che si ripaga da sola“: grazie a questo sistema “i consumi avrebbero raggiunto i 14 miliardi entro fine 2022 con 2,5 miliardi di nuove entrate per lo Stato” e soprattutto senza la necessità di introdurre nessuna nuova tassa. Il comunicato si conclude con una frecciatina lanciata nei confronti degli avversari politici: ” Questa battaglia, evidentemente, non interessa ad altre forze politiche, abituate a riempirsi la bocca di lotta all’evasione senza mai passare ai fatti“.
Sulla scia dell’indignazione pentastellata si inserisce il commento caustico di Alessandro Di Battista, che su Twitter scrive: “Mesi fa Conte lanciava il cashback, una misura da lui descritta come ‘il primo passo verso la digitalizzazione del Paese nei pagamenti‘. Era una buona misura. Sì era, perché il governo dei migliori, quello dove ‘entriamo per controllare‘ l’ha cancellata”. Di Battista ha inoltre replicato ad un post dell’ex ministra dell’Istruzione Azzolina in cui definisce lo stop al cashback “un’errore e un pessimo messaggio” con un laconico: “Che diavolo ci state a fare Lucia?“
Esulta Fratelli d’Italia, da sempre contraria all’iniziativa, che secondo alcuni analisti politici di spicco è stata la forza politica in grado di convincere Draghi a sospendere il meccanismo. La notizia è stata celebrata sui social da Giorgia Meloni con un post nel quale ribadisce come il suo partito sia stato l’unico a schierarsi da sempre contro il cashback e la lotteria degli scontrini, definite “idiozie” oltre che “un tentativo di controllare gli italiani in cambio di elemosina“. Secondo la leader di FdI i quasi 2 miliardi di euro risparmiati potranno essere utili per finanziare “le attività e i lavoratori colpiti dalla crisi e dalle chiusure”.
Sempre dal fronte Fratelli d’Italia polemico il commento del coordinatore nazionale Guido Crosetto che a chi definisce lo stop ingiusto replica così: “Le nuove frontiere politiche della lotta contro le disuguaglianze sono il cash back e la lotteria degli scontrini? Sono all’antica ma pensavo venissero prima il diritto ad avere uno stipendio dignitoso, una formazione indipendente dal censo, una sanità pubblica efficiente“.
Grande soddisfazione anche tra le fila di Forza Italia, che in una nota firmata dalla presidente dei senatori Anna Maria Bernini sottolinea come il cashback sia stata “una misura demagogica i cui costi hanno ampiamente superato i benefici“. Inoltre Bernini ha ricordato come la Banca centrale europea, oltre alle associazioni dei commercianti, avessero espresso “critiche molto circostanziate a un provvedimento che ha innescato la corsa di migliaia di furbetti intenti a frazionare lo stesso pagamento in più operazioni per avere diritto al maxi rimborso finale”.