Il ministro della Transizione ecologica interviene al Senato. Il governo prepara la riduzione delle accise sui carburanti
Riduzione delle tasse sulla benzina e tetto al prezzo del gas. Sono alcune delle ipotesi a cui sta lavorando il governo per calmierare l’impatto su famiglie e imprese dei rincari nel campo energetico. Un primo decreto potrebbe arrivare già entro la fine della settimana.
Il primo intervento è stato confermato dal titolare della Transizione ecologica Roberto Cingolani poco fa al Senato, durante la sua informativa. Il ministro parla di “una accisa mobile”. L’idea è di eliminare alcune di queste imposte, che sono tasse fisse sui carburanti, per compensare il maggiore gettito dell’Iva, che è invece in percentuale, e quindi aumenta all’aumentare del prezzo alla pompa. Questo potrebbe portare ad una riduzione del prezzo di 10-15 centesimi.
A peggiorare le cose ci sono altri due fattori. La carenza del gasolio, dovuta sia alla guerra in Ucraina, sia alla ripresa economica, visto che il diesel è maggiormente utilizzato da camion e furgoni, quindi dal traffico veicolare produttivo. Tanto che il diesel alla pompa è arrivato a costare più della verde. L’altro, è il maggiore costo di produzione dei carburanti provocato dal rincaro del gas e dell’elettricità, ad esempio delle raffinerie.
Cingolani, che nei giorni scorsi aveva parlato di “truffa”, nell’aula di Palazzo Madama si limita ad un più sobrio “speculazione“. “E’ in atto una grande speculazione da parte di alcuni hub“, attacca il ministro, che si riferisce ai mercati di distribuzione del gas naturale, che ha sede in Olanda. Il prezzo del gas è praticamente quadruplicato nell’ultimo anno, già da prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, un incremento “ingiustificato“. L’Italia subisce di più le conseguenze di questo rincari perché è molto dipendente: ha solo il gas e lo prende quasi tutto dall’estero.
Tra le misure a medio termine per ridurre la dipendenza, in particolare dal gas russo, il governo sta lavorando sulla diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Quindi, importare gas da altri paesi, anche utilizzando le navi al posto dei gasdotti, e per questo servono rigassificatori. E poi un aumento di estrazione del gas italiano. “Il problema – avverte Cingolani – ci sarà nel prossimo inverno, mentre sul medio periodo la riduzione della dipendenza dovrebbe dare i suoi frutti“.
Sul gas servono invece misure europee, come il price cap, cioè un tetto al prezzo. “Lo abbiamo proposto alla presidente della Commissione europea Von der Leyen“, ha spiegato Cingolani. E poi una modifica al sistema di creazione del prezzo dell’elettricità. Serve “il disaccoppiamento dei prezzi di vendita dell’energia prodotta dalle fonti rinnovabili da quella termoelettrica“. In pratica, il prezzo finale dell’elettricità, indipendente dalla fonte di produzione, è legato a quello del gas. Ma su queste due provvedimenti serve una complessa riforma a livello europeo.