ROMA. Ormai è guerra aperta nel Pd. Da una parte l’ammissione che certi atteggiamenti e presenze nel partito sono e sono stati il motivo, o buona parte di esso, del tracollo elettorale, dall’altra il volere continuare a gestire la lobby dei renziani a tutti i costi. E a strappare il velo dell’omertà e “dell’allineati e coperti” è stato Carlo Calenda. Usando non il politichese ma in modo molto chiaro e diretto.
“Dissento. Quello di Luca Lotti non è affatto un comportamento normale. È al contrario inaccettabile da ogni punto di vista. A quale titolo e con quale scopo si concertano azioni riguardanti magistrati? Il Pd deve dirlo in modo molto più netto rispetto a quanto fatto fino ad ora“.
Così Carlo Calenda, su twitter, risponde ad un follower che ricorda come sull’azione di Luca Lotti Matteo Renzi “avesse sostenuto che era tutto normale”. La reazione dei renziani non si farà attendere ma il siluro di Calenda è partito ed ha registrato un “colpito e affondato”.