Il governo rivendica con orgoglio la scelta di non prorogare il taglio delle accise sui carburanti, così come stabilito nella Manovra, ma apre uno spiraglio alla possibilità che una riduzione del prezzo possa avvenire in determinate condizioni. Mentre sulla possibilità da parte delle aziende di fornire ai dipendenti buoni benzina esentasse è prorogato da 3 mesi fino a fine anno.
Ieri il Consiglio dei ministri è intervenuto aggiustando una norma già esistente che permette di ridurre le accise nel caso in cui il prezzo dei carburanti supera almeno il 2% del valore indicato nel Def. In pratica quando si verifica un’aumento pari o superiore al 2% del prezzo del greggio e quindi dell’Iva in un quadrimestre di riferimento, il maggiore introito incassato in termini di imposta dallo Stato potrà essere utilizzato per finanziare riduzioni del prezzo finale alla pompa.
Ma gli interventi stabiliti dal governo non vanno giù ai gestori che scelgono la strada dello scontro. Si dichiarano pronti a contrastare “l’ondata di fango” gettata sulla categoria e proclamano due giornate di sciopero a fine mese. Nello specifico i benzinai hanno intenzione di incrociare le braccia dalle 19:00 di martedì 24 gennaio 2023 fino alle 7:00 di venerdì 27 gennaio 2023.
In una nota delle organizzazioni dei gestori di Faib, Fegica e Figisc si legge: “il governo aumenta il prezzo dei carburanti e scarica la responsabilità sui Gestori che diventano i destinatari di insulti ed improperi degli automobilisti esasperati. Avviata contro la categoria una campagna mediatica vergognosa”.
Da parte sua l’esecutivo rivendica le scelte fatte giustificando rivendicando la volontà di contrastare la speculazione sui prezzi del carburante e garantire trasparenza. Per scongiurare lo sciopero e placare i malumori tra i gestori delle pompe questa mattina il governo ha convocato a Palazzo Chigi i sindacati di categoria per discutere sull’incremento prezzi carburanti.
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