La pandemia da Covid-19 ci ha costretti per lo più a casa e a lavorare in smart working e chi ne ha giovato, in particolare, di questo periodo? L’immancabile amico Fido, che ci ha visti più spesso e ha passato molto più tempo in nostra compagnia.
A molti di coloro che hanno animali domestici sarà capitato di lavorare e di ritrovarsi ogni tanto il gatto, o magari altro animale, che si stiracchiava sulla scrivania, oppure il cane che si accovacciava al nostro fianco in attesa di una coccola tra le pause.
Alcuni luoghi di lavoro pare siano diventati più dinamici e meno rigidi, permettendo la presenza del proprio animale da compagnia in ufficio.
Alcuni esperti hanno notato in questi anni alcuni vantaggi al riguardo, in quanto l’animale in ufficio sembra ne abbia migliorato di molto l’umore e ridotto lo stress e, di conseguenza, è aumentato il profitto del lavoratore.
Inoltre, per chi non ne fosse a conoscenza, secondo alcune ricerche effettuate sul web, pare che nella giornata del 25 giugno ricorra la “Giornata Mondiale dei cani in ufficio”, che ricorre ogni anno dal 1996, con lo scopo di passare una bella giornata in ufficio con il proprio amico Fido e per sensibilizzare le persone su questo tema.
Nel corso degli anni sono stati effettuati differenti sondaggi sul portare o meno il cane in ufficio ed è emerso che: la maggior parte dei lavoratori sarebbe ben lieto di poterlo fare, per varie motivazioni, tra i più gettonati c’è la consapevolezza di non lasciare l’animale troppo da solo e di godere dei suoi benefici, tra cui la facilitazione nelle relazioni e nella socializzazione. Mentre solo alcuni sono contrari, o perché ritengono che il cane sia un motivo di distrazione oppure perché preoccupati che il proprio animale possa non sentirsi a proprio agio non essendo il suo ambiente.
Ciò che è certo è che ovunque vi sia la possibilità di portare il cane in ufficio, è necessario essere persone responsabili e rispettare alcune regole, base fondamentale di buon senso, onde evitare che l’animale ne soffra e che non ne risenta il lavoro dei presenti.
Come accennato in precedenza, molti studi e ricerche sono state condotte in merito e sembra che i benefici per il cane e per i lavoratori siano davvero molti, ma che cosa dice la legge in merito? È vero che si può portare il cane in ufficio?
A livello nazionale, l’unica norma che regolamenta l’accesso ai cani nei luoghi pubblici o aperti al pubblico è il Regolamento di Polizia Veterinaria (DPR n. 320 dell’8 febbraio 1954), che impone “l’obbligo di idonea museruola per i cani non condotti al guinzaglio quando si trovano nelle vie o in altro luogo aperto al pubblico” e “l’obbligo della museruola e del guinzaglio per i cani condotti nei locali pubblici e nei pubblici mezzi di trasporto”.
Successivamente sono poi state emanate delle ordinanze del Ministero della Salute (come l’Ordinanza del 3 marzo 2009 e l’Ordinanza del 6 agosto 2013, quest’ultima ancora in vigore poiché viene prorogata di anno in anno) che prevedono l’obbligo del guinzaglio in misura non superiore ad 1,5 metri e l’obbligo di portare con sé una museruola, da utilizzarsi in caso di necessità o su richiesta delle autorità.
Quelle che sembrano le uniche limitazioni sono poste dalla normativa dell’Unione Europea, con riguardo ai luoghi di lavoro nei quali si preparano, si manipolano, si trattano e si conservano gli alimenti (Regolamento n. 852/2004/CE). Ma, in realtà, gli esperti spiegano che, anche in questo caso, secondo l’ultima interpretazione fornita dal Ministero della Salute, il divieto sussiste solo nei casi in cui non sia possibile evitare il contatto diretto tra i cani e gli alimenti. E spetta al datore di lavoro impedire che ciò avvenga.
Quindi, in sostanza, pare esserci una tendenza alla libertà di accesso dei cani negli uffici e, in generale, nei diversi luoghi di lavoro. La scelta sembra quindi spettare alle amministrazioni, alle organizzazioni aziendali ed ai singoli datori di lavoro.
Così come avviene ormai da tempo in altri Stati, anche in Italia ora risultano numerose le aziende e le amministrazioni pet friendly che consentono di portare il proprio cane in ufficio.
Secondo diversi studi, sembrerebbe trattarsi di una prassi che apporterebbe numerosi benefici nel lavoratore, ad esempio:
Secondo alcuni studi e ricerche, ad esempio quella di Frontiers in Veterinary Science, è stato rilevato che il lavoratore che portava in ufficio il proprio cane ha dimostrato un impegno superiore alla media, ottenendo punteggi più alti in termini di benessere in generale, nell’equilibrio casa-lavoro, nella soddisfazione personale e nella qualità complessiva della vita lavorativa rispetto a chi non ha mai portato il proprio amico a 4 zampe.
Inoltre anche l’animale ne può beneficiare, per esempio può avere meno problemi di stress perché sta accanto al suo padrone in ogni momento e nel momento in cui quest’ultimo fa una pausa ne può approfittare per portarlo fuori a fare i suoi bisognini, senza dover attendere per ore.
Ovviamente ogni animale è a sé e bisognerà guardare anche il suo di benessere, prima di portarlo in un ufficio o in un luogo pubblico.
Nei casi in cui questa presenza del cane è sia consentita, bisognerà avere però il buon senso di rispettare delle regole ben precise, disposte dai regolamenti interni delle amministrazioni e delle società, ad esempio:
È quindi molto importante tenere il cane in uno spazio adeguato ed in buone condizioni e, soprattutto, occorre ricordare che si è responsabili per tutti gli eventuali danni del proprio animale.
La pandemia attuale ha reso necessario un mutamento nelle abitudini e nello stile di vita dell’uomo, specialmente nel mondo del lavoro, dove lo smart working ha preso largo spazio e ha così consentito di godere della vicinanza dei nostri amici animali.
In molti luoghi di lavoro il progressivo rientro in ufficio è diventato più sereno grazie alla presenza del proprio amico Fido, ai quali alcuni lavoratori non vogliono rinunciare.
La possibilità di portare i cani in ufficio in alcuni Paesi è già una realtà ed in alcuni luoghi questo è valido anche in Italia, in quanto, attualmente, non esiste una specifica legge che ne disciplina il divieto, ma tutto dipende dalla scelta delle amministrazioni, delle organizzazioni aziendali e dei singoli datori di lavoro.
Gli esperti sostengono che l’animale in ufficio apporti molti benefici, sia al cane quanto al lavoratore, ma è importante assumersene ogni responsabilità e seguire precise regole.
Valeria Glaray