Questa mattina il leader di Azione, Carlo Calenda, ha pubblicato un post sui social nel quale ha mostrato la lettera inviata a Enrico Letta e condivisa con +Europa. Nella missiva l’ex candidato sindaco di Roma chiede al segretario del Pd di dare delle risposte su alcuni temi che stanno a cuore al partito guidato da Calenda che le ha definite “proposte ragionevoli e indispensabili per avere una coalizione credibile“. Da tali risposte dipenderebbe l’eventuale entrata di Azione e +Europa nella coalizione di centro-sinistra.
Nella lettera viene chiesto al Pd di evitare candidature “difficili” nei collegi uninominali, ovvero quello in cui vige il sistema maggioritario e quindi vengono eletti con i voti di tutta la coalizione. Nello specifico il segretario di Azione si riferisce a politici come Nicola Fratoianni (Europa Verde) accusato di aver votato ben 55 volte la sfiducia a Draghi, Angelo Bonelli, altro esponente di Europa Verde contrario alla realizzazione del termovalorizzatore e del rigassificatore a Roma e dulcis in fundo Luigi Di Maio definito “uno dei politici più trasformisti della storia” e che avrebbe distrutto tutto il lavoro fatto al Mise dal precedente governo.
In seconda battuta il segretario di Azione chiede una base di programma comune. Ci sono punti sui quali i due partiti sono d’accordo come ad esempio il salario minimo e lo ius scholae, mentre su altre questioni una risposta vera e propria non è stata ancora data: Calenda si riferisce alla creazione di infrastrutture energetiche come il termovalorizzatore e il rigassificatore di Roma, alla revisione del reddito di cittadinanza e ad un’unità di intenti su politiche fiscali e di bilancio necessarie per il Paese.
“Se la risposte alle nostre proposte sarà no – afferma Calenda – allora caro Enrico Letta la responsabilità della rottura sarà interamente tua. E noi, a viso aperto, andremo a combattere con una proposta credibile di governo, nel proporzionale, per bloccare l’avanzata della Meloni“.
“Non abbiamo posto veti sulle persone, ma solo chiesto che i nostri voti non vengano usati per eleggere persone che rappresentano tutto ciò che abbiamo combattuto in questa legislatura. Non abbiamo chiesto “un solo programma” ma un minimo di coerenza per essere credibili“, conclude l’europarlamentare.