Sale in maniera spasmodica l’attesa da parte di tifosi e addetti ai lavori per sapere quale sarà la sorte del calcio italiano nel prossimo futuro, o meglio in merito alla stagione calcistica 2019/20. Le attenzioni di tutti sono rivolte al vertice in programma alle 18:30 tra Governo e i vertici del calcio, che stabilirà un’eventuale ripartenza del calcio giocato.
Alla videoconferenza saranno presenti il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, insieme al suo staff, il presidente della Figc Gabriele Gravina, il presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino, quello della Lega B Mauro Balata, dei Dilettanti Cosimo Sibilia, il presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi, il presidente dell’Assoallenatori Renzo Ulivieri e il numero uno degli arbitri Marcello Nicchi.
Le ipotesi al vaglio sono diverse: nella peggiore delle ipotesi, ovvero nel caso in cui il Comitato tecnico scientifico arrivasse alla conclusione che allo stato attuale non ci sono condizioni tali da permettere di disputare il proseguo della stagione sportiva nel pieno rispetto delle norme sanitarie e sopratutto garantendo la massima sicurezza, i campionati terminerebbero anzitempo, come accaduto ad esempio in Francia.
Mentre l’ipotesi più caldeggiata da parte della Lega di Serie A sarebbe quella di ripartire il 13 giugno, anche se sia per la norma varata dal governo che ha disposto il divieto di ogni attività sportiva fino al 14 giugno (come è facile intuire per partire prima sarebbe necessaria una delega) e sia per il volere di alcuni club che vorrebbero una settimana di tempo in più per permettere agli atleti di acquisire maggiore forma fisica.
Valutati questi motivi sta prendendo sempre più largo l’ipotesi di una ripartenza fissata al 20 giugno, che accontenterebbe tutti. Il ritorno in campo però potrebbe essere anticipato per alcune squadre al 17 giugno, in maniera tale da permettere di disputare i recuperi della 25sima giornata di Serie A (Atalanta-Sassuolo, Inter-Sampdoria, Torino-Parma e Verona-Cagliari) oppure il ritorno delle due semifinali di Coppa Italia (Napoli-Inter e Juventus-Milan). Non sarà possibile disputare entrambe le competizioni a causa della presenza dell’Inter in entrambi i casi e della presenza di due match, anche se in due stadi diversi, nella città di Torino).
Sulla decisione finale potrebbe pesare la notizia giunta ieri di un nuovo possibile caso di Coronavirus che ha coinvolto un membro dello staff del Bologna. In via precauzionale la squadra ha sospeso gli allenamenti di gruppo, che sono ripresi oggi in forma individuale e a orari differenziati. Nel caso in cui fosse il caso sospetto fosse confermato, il gruppo verrà isolato in ritiro, come da protocollo vigente.
E proprio su quest’ultimo tema la Figc, nel corso della riunione odierna, chiederà al Governo di apporre delle modifiche alla norma che prevede la quarantena di due settimane in caso di una nuova positività, con il conseguente divieto di disputare alcuna partita. Una regola che di fatto bloccherebbe il regolare svolgimento del campionato, visto che si prevede un calendario nel quale le squadre saranno obbligate a giocare ogni 3/4 giorni. Oltre alle indicazioni del Cts, sul tavolo virtuale si discuterà del nodo tv, non a caso la Serie A ha minacciato di effettuare decreto ingiuntivo nei confronti di Sky per il mancato pagamento dell’ultima rata annuale, e verranno ascoltate le richieste di calciatori e allenatori.
Carlo Saccomando