Non tutti i parlamentari saranno stati felici dello scioglimento anticipato delle Camere, in particolar modo perché dalla prossima legislatura il numero dei seggi scenderà di oltre un terzo: dagli attuali 945 a 600. Ma c’è una circostanza particolare che mette d’accordo tutti e che crea più di un sorriso tra deputati e senatori, ovvero quella legata al raggiungimento del vitalizio per questa legislatura. Ma va specificato che si potrà usufruire di questa particolare forma pensionistica al 65esimo anno di età.
La norma attualmente in vigore prevede che la quota di vitalizio che si matura dopo un’intera legislatura venga acquisita quando questa raggiunge 4 anni, 6 mesi e un giorno. Calcolatrice alla mano la data da raggiungere sarebbe quella del 24 settembre, il che potrebbe far pensare erroneamente che con lo scioglimento anticipato delle Camere di ieri i parlamentari non ne abbiano diritto.
Invece non sarà così in quanto l’articolo 61, secondo Comma, della Costituzione sancisce che fino a quando non saranno riunite le nuove Camere “sono prorogati i poteri delle precedenti“, come dimostra anche l’appello lanciato ieri dal presidente della Repubblica Mattarella nel quale ha chiesto ai partiti una collaborazione costruttiva per tutti quelli interventi urgenti di carattere economico, sociale e inerenti la gestione dell’emergenza pandemica che dovranno essere messi in atto da qui all’insediamento del nuovo governo.
Considerando che le elezioni si svolgeranno il prossimo 25 settembre e come da Costituzione le nuove Camere si insedieranno il 15 ottobre, il termine fissato per far scattare il vitalizio del 24 settembre verrà superato di ben 21 giorni.
E se qualcuno avesse aspettato appositamente la metà di luglio per sferrare l’attacco definitivo al governo Draghi e cogliere l’opportunità di ritornare alle urne e non perdere il vitalizio? Questo non lo sapremo mai, ma di sicuro a nessun onorevole si metterà a protestare. Al massimo potremo veder scendere qualche lacrima “di felicità” dal loro viso.