Si potrebbe esultare alla notizia che quest’oggi, dopo un lungo iter giudiziario, a seguito di una sentenza di primo grado emessa dal tribunale civile di Firenze il ministero dell’Istruzione è stato costretto a risarcire un bambino con disabilità di Grosseto che per quattro anni è stato vittima di bullismo da parte di alcuni compagni di classe delle elementari.
Risarcimento che è stato quantificato in 95mila euro per i danni fisici e morali subiti dal 2012 al 2016 (dalla prima alla quarta elementare). Come riporta oggi Il Tirreno, il bambino, oggi 15enne, con un grave problema fisico di deambulazione, è stato preso di mira da alcuni compagni che sistematicamente lo picchiavano e offendevano durante le pause delle lezioni, a ricreazione, e anche fuori dalla scuola: calci e pugni, anche quando la vittima era a terra, arrivando perfino a fratturargli una mano, oltre alle tante ferite psicologiche.
Dopo anni di vessazione vissuti nell’indifferenza e nell’immobilismo generale degli insegnanti, e più in generale della scuola, la vicenda diventò di dominio pubblico quando nel 2016 al bambino venne fratturata una mano e i genitori intentarono una causa contro la scuola. In ospedale il personale medico rilevò i segni di violenze sul piccolo, che all’epoca dei fatti aveva 10 anni, facendo scattare il Codice rosa. La personale medico il piccolo raccontò dei soprusi e delle botte subite dai compagni di scuola.
Nonostante il ministero abbia accettato di buon grado la pronuncia del Tribunale assumendosi le proprie responsabilità dietro l’angolo per il giovane, ora quindicenne, e per la sua famiglia sembra nascondersi l’ennesima beffa: l‘assicurazione dell’istituto scolastico delegata al pagamento dei danni ha invece deciso di ricorrere in appello.
Dopo la sentenza l’avvocato Iazzetta, legale che ha intentato causa contro la scuola, ha sottolineato come il tribunale per la prima volta abbia riconsociuto la ripetitività di queste condotte: “Ecco perché si parla di bullismo e non di lesioni a scuola. – ha spiegato – Fortunatamente, almeno per il momento, è stata fatta giustizia“.
Il giusto appellativo da attribuire alla vicenda sarebbe quello di definirla una “vittoria di Pirro“. Il riconoscimento del risarcimento economico, che per quanto sostanzioso non potrà mai restitutire a quel bambino la gioia, la spensieratezza e la dignità perdute, rappresenta un atto formale con il quale lo Stato si assume le proprie responsabilità.
Come ha affermato l’avvocato Iazzetta “giustizia è stata fatta”, però bisogna ammettere che per contrastare il bullismo non è stato fatto ancora abbastanza. Molto probabilmente sarebbe necessario mettere in campo misure di prevenzione al fenomeno e soprattutto creare percorsi di educazione che possano guidare i giovani verso il rispetto e la tolleranza nei confronti del prossimo.