• 25 Novembre 2024
  • CRONACHE

Bufera Green Pass: rubate le chiavi per generare i QR code

Un falso Green Pass intestato ad Adolf Hitler, venduto nel dark web, ha scoperchiato il vaso di Pandora L'Italia annullerà i certificati verdi generati con quelle chiavi.

Tutto è partito con la divulgazione sul web e sui social di un Green Pass intestato ad un certo ‘Adolf Hitler‘, nato il 1° gennaio del 1900, il cui QR code è stato ritenuto valido dalla nota app Verifica C19. In seguito ne è stato diffuso un secondo, sempre intestato alla stessa persona, che però sarebbe nata il 1° gennaio del 1930. Come è facile intuire si tratta di un falso certificato verde creato ad hoc. Ma come è stato possibile?

Secondo le prime ipotesi sarebbero state sottratte alcune chiavi che consentono la generazione del Green pass europeo. Attraverso le chiavi sottratte sarebbero poi stati pubblicati e diffusi in rete programmi per creare certificati falsi.

L’attacco informatico non sarebbe avvenuto in Italia

Dai primi accertamenti effettuati, non risulterebbero infatti attacchi informatici alla Sogei, società di Information tecnology del ministero dell’Economia che per l’Italia fornisce i codici per generare i certificati verdi. L’attacco potrebbe essere stato effettuato presso un omologo ente di un altro paese europeo.

A seguito della la notizia l’Europa sta correndo ai ripari: in giornata sono previste riunioni urgenti tra tutti i soggetti tecnici interessati per un’analisi approfondita della situazione e per affrontare il problema. Intanto fonti qualificate italiane fanno sapere che è stata presa la decisione di invalidare tutti i certificati verdi generati con i codici rubati.

Ancora attivo uno dei due Green pass intestato a Hitler

Nonostante la disposizione da parte dell’Italia uno dei due certificati verdi intestati ad Adolf Hitler, quello con data di nascita al 1° gennaio 1930, risulta ancora valido (come testimoniano le nostre immagini). A questo punto la sensazione è che possano esserci in circolazione ancora molti certificati falsi che non sono stati invalidati dall’Italia.

A proposito del certificato verde intestato al noto dittatore tedesco pare che sia stato creato da un venditore polacco contattato sul dark web da un utente. La cifra pagata per ottenere il pass digitale funzionante è stata di 300 euro.

In Italia attivi gruppi Telegram che vendono Green pass falsi

Ma non solo sul dark web è possibile richiedere tali servizi. Sono numerosi i gruppi Telegram attivi, anche italiani, che promettono Green Pass falsi: come ad esempio “Green Pass Fake Vendita“, che rimanda al gruppo di recensioni “Green Pass Ita Recenzioni“, nel quale si vendono Green pass digitali a 167 euro l’uno e quelli cartacei a 187 euro l’uno.

Come se non bastasse sono presenti altre offerte denominate ‘pacchetto famiglia‘ attraverso le qualio è possibile acquistare un massimo di 5 certificati verdi digitali fake per 410 euro, mentre il pacchetto cartaceo costa 450 euro. Pagamenti che possono essere effettuati solo tramite bitcoin oppure attraverso un buono Amazon.

Il gruppo si vanta di aver emanato oltre 10mila Green pass falsi e di essere stato bannato ben 8 volte su Telegram. Inoltre si spiega che questa operazione è possibile grazie alla complicità di una dottoressa che compilerà un attestato di vaccinazione con i dati del cliente che finirà nel database del Governo. Motivo per il quale il certificato verde è reale come quelli di chi si è realmente vaccinato.

Carlo Saccomando

Classe 1981, giornalista pubblicista. Poco dopo gli studi ha intrapreso la carriera teatrale partecipando a spettacoli diretti da registi di caratura internazionale come Gian Carlo Menotti, fondatore del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Lucio Dalla, Renzo Sicco e Michał Znaniecki. Da sempre appassionato di sport lo racconta con passione e un pizzico di ironia. Attualmente dirige il quotidiano "Il Valore Italiano".

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