Botta e risposta tra Washington e Mosca sulla strage di Bucha. L'Ue apre all'embargo sugli idrocarburi, gas escluso
Il presidente americano Joe Biden ha chiesto che Vladimir Putin venga processato per crimini di guerra dopo i fatti di Bucha. Secondo l’inquilino della Casa Bianca “Quello che sta accadendo è un crimine di guerra“, e che “Putin è brutale, quello che è successo a Bucha è orribile“. Biden ha quindi annunciato che Washington sta studiando nuove sanzioni contro Mosca.
Non si è fatta attendere la replica della Russia. E’ caustica la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova. Investigare sui crimini di guerra? Gli americani “comincino con i bombardamenti sulla Jugoslavia e l’occupazione dell’Iraq“. E ha aggiunto: “Non appena finiscono, possono passare ai bombardamenti nucleari sul Giappone“.
Oggi a Bucha si è recato il presidente ucraino Zelensky ad incontrare la popolazione. Il sindaco della cittadina a 37 chilometri da Kiev ha accusato Putin e i vertici russi. I civili “Sono stati uccisi in modo indiscriminato dagli occupanti russi, molti di loro erano anziani. Avevamo l’impressione che i russi avessero la luce verde da Putin. Non hanno potuto conquistare Kiev e così hanno sfogato la loro rabbia su Bucha e i suoi dintorni“.
Anche nell’Unione europea si discute sulle nuove sanzioni da attuare dopo il massacro di Bucha, e in particolare sull’embargo contro la Russia sull’importazione di idrocarburi. Il segretario del Partito democratico Enrico Letta ha proposto il blocco anche del gas, salvo poi demandare tutto all’Europa. E anche il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha aperto. “L’Italia non si tirerà indietro, neanche sulla sanzione al gas russo, in particolare dopo le atrocità di Bucha. L’Italia – ha aggiunto Di Maio a Zagabria rispondendo all’Ansa – non porrà veti su sanzioni al gas russo“. Il ministro degli Esteri, per queste e altre posizioni anti Russia, è stato fatto oggetto di minacce social. A lui il sostegno delle forze politiche e del presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte.
Un primo riferimento all’allargamento delle sanzioni è arrivato dal presidente francese Macron, che è anche il presidente di turno dell’Unione. Confermato dal vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, per il quale “nulla è fuori discussione“. Insomma, l’Unione prepara un nuovo pacchetto di sanzioni, tra le quali potrebbe esserci il blocco del petrolio e del carbone russi.
No invece al blocco del gas. Quel veto che l’Italia dice di non voler mettere, c’è già nei fatti. E sono in particolare Germania e Austria i paesi più contrari a interrompere le forniture di metano. “Al momento non è possibile togliere il gas“, ha candidamente ammesso Berlino, estremamente dipendente dal gas russo, tanto più dopo la chiusura di 3 delle sue 6 centrali nucleari appena 4 mesi fa. “Tutte le sanzioni che colpiscono noi più di quanto colpiscano la Russia non sarebbero giuste“, ha aggiunto Vienna. E anche l’Ungheria ha annunciato che si opporrà ad un eventuale stop al gas.