• 16 Novembre 2024
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Biglietti da visita addio, basterà una “stretta di mano tecnologica”

MILANO. Ai tradizionali biglietti da visita cartacei, da decenni strumento principe nel mondo delle pubbliche relazioni, dal prossimo autunno potremo dire addio grazie al lancio sul mercato di un braccialetto elettronico che riconosce il gesto della stretta di mano e trasmette in tempo reale i dati di base di una persona come nome, azienda, ruolo e altri dettagli professionali personalizzabili. I biglietti da visita virtuali scambiati attraverso i bracciali confluiscono in un database consultabile via email o via app.

A lanciare AirBusinessCard, l’innovativa tecnologia, è l’omonima start up iscritta nel registro delle imprese innovative, fondata e amministrata Mauro Lafico, 35 anni, originario di Salice Salentino in provincia di Lecce, specializzato in mercati finanziari a Londra, dove ha trascorso 10 anni della sua vita prima di tornare a Milano, per avviare il suo progetto d’impresa.

Mauro Lafico, 35 anni

L’idea è nata due anni fa, ma inizialmente ha incontrato alcune difficoltà, come spiega lo stesso Lafico: “Abbiamo dovuto sciogliere alcuni nodi nello sviluppo di AirBusinessCard, che ora sono stati del tutto risolti. Il funzionamento avviene attraverso un trasmettitore bluetooth a raggio d’azione limitato, un sensore di movimento e una memoria di raccolta dati. Il bracciale viene alimentato elettricamente ed è ricaricabile tramite Usb”.

Lafico, assieme ai due soci Vito Perrone e Lahkim Bennani, è diventato licenziatario esclusivo per l’Italia di questa tecnologia, che verrà fornita in una prima fase di test, con la formula del noleggio temporaneo, soprattutto a chi ospita oppure organizza fiere, eventi di networking, conferenze. Insomma, laddove c’è necessita di un interscambio costante e massiccio di dati.

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Piero Abrate

Giornalista professionista dal 1990, in passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. È stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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