L'università milanese prima sospende un corso sullo scrittore russo, poi, dopo le polemiche politiche, fa retromarcia. Ma lo scrittore rinuncia
L’Università Bicocca di Milano prima sospende un corso sullo scrittore russo Fedor Dostoevskij tenuto da Paolo Nori, poi fa precipitosa retromarcia dopo le pesanti critiche ricevute. Lo scrittore però non ci sta e annuncia il ritiro: terrà il corso in un altro ateneo.
La vicenda nasce dallo stesso saggista e traduttore che, nel corso di una diretta sul suo canale Instagram, racconta di aver ricevuto una mail in cui l’Università gli comunica di aver sospeso la serie di lezioni per “evitare ogni forma di polemica anche interna in quanto momento di forte tensione“, legato alla guerra in Ucraina. Il professore, quasi in lacrime, commenta: “Oggi in Italia è una colpa non solo essere un russo vivente, ma anche essere un russo morto“.
Immediata la serie di prese di posizione da parte della politica, tutte contro l’Università milanese e a favore di Nori. Il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni parla di scelta “stupida e violenta” e aggiunge: “fermate subito questa giostra infernale!“. Rincara la dose Matteo Renzi, che annuncia una interrogazione parlamentare alla ministra dell’Università Cristina Messa. “Proibire di studiare Dostoevskij contro Putin significa essere folli“, scrive il leader di Italia viva. E anche la deputata dem Marianna Madia annuncia una interrogazione parlamentare. A loro si aggiungono un’altra deputata del Pd, Beatrice Lorenzin, che parla di “Notizia assurda” e il senatore socialista Riccardo Nencini che commenta amaro: “Povera università e poveri noi“.
Un putiferio che induce l’Università milanese a una precipitosa retromarcia. La rettrice Giovanna Iannantuoni parla di “malinteso“, mentre nella nota ufficiale si legge: “Il nostro ateneo è aperto al dialogo e all’ascolto anche in questo periodo molto difficile che ci vede sgomenti di fronte all’escalation del conflitto“.
Tutto risolto? Macché. Nella serata di ieri Nori scopre finalmente il motivo del tentativo di sospensione del suo corso: l’intenzione di inserirvi anche autori ucraini. Una cosa talmente insensata e grottesca che lo scrittore annuncia su Instagram la decisione di ritirarsi e di rivolgersi ad un’altra Università. Le richieste sono già arrivate.
Quando l’Impero del Bene fa sul serio si devono inventare in cinque minuti autori del Bene che reggano il confronto con autori del male. Hanno regalato Dostoyewski a Putin.
Ma c’è chi ha fatto di meglio, il comitato organizzativo del concorso pianistico van Clyburn ha escluso i concorrenti russi già iscritti. Uno sputo in faccia al grande pianista americano che fece della musica e della sua persona un ponte di cultura, della mente e del cuore tra USA e URSS al colmo della guerra fredda.
Non so cosa succeda dalla parte del male ma l’impero del Bene e guidato da una tribù di cretini