I giudici di Strasburgo hanno chiesto al Governo italiano di rispondere a 10 domande entro il prossimo 15 settembre.
A otto anni di distanza dalla sentenza della Cassazione che rese definitiva la condanna a quattro anni di reclusione nei confronti di Silvio Berlusconi per frode fiscale, con la conseguente decadenza dal ruolo di senatore, la Corte europea dei diritti umani dichiara non infondato il ricorso presentato il 28 dicembre 2013 dal leader di Forza Italia e chiede delucidazioni al Governo italiano.
Come anticipato dall’edizione odierna de il Corriere della Sera, nel comunicare il ricorso i giudici di Strasburgo hanno chiesto al Governo di rispondere a 10 domande entro il prossimo 15 settembre. “Il ricorrente signor Silvio Berlusconi ha beneficiato di una procedura dinanzi a un tribunale indipendente, imparziale e costituito per legge? Ha avuto diritto a un processo equo? Ha disposto del tempo necessario alla preparazione della sua difesa?“, questi alcuni degli interrogativi posti nei confronti del nostro Paese.
Le prime sette questioni riguardano tutte l’equo processo, l’ottava e la nona l’applicazione delle attenuanti, mentre l’ultima quella a non essere processato più volte per uno stesso reato. In primis i giudici della Corte di Strasburgo puntano ad avere chiarimenti sull’indipendenza e le modalità di formazione, in base alle leggi italiane, dei tribunali che hanno giudicato Berlusconi. E a propositi di “equi processo” si vuole capire quale quale impatto determinato il rifiuto, da parte del tribunale di Milano, della richiesta di Berlusconi di spostare il processo altrove, nonché l’assegnazione del caso alla sezione feriale della Corte di Cassazione.
L’ex premier sostiene che l’Italia ha violato in vari modi il suo diritto a un equo processo, il suo diritto a non essere processato per un reato che gli era stato contestato in altri 2 processi, e quello a vedersi applicate le attenuanti.
Un’altra importante questione sollevata dalla Corte di Strasburgo riguarda le dichiarazioni fatte alla stampa dall’ex giudice Antonio Esposito, allora presidente della sezione feriale della Corte di Cassazione, dopo la lettura del dispositivo della sentenza ma prima che ne fossero depositati i motivi. I giudici europei vogliono sapere se questo gesto abbia leso il principio d’imparzialità della Corte di Cassazione, e anche se Berlusconi abbia avuto la possibilità di contestare questa eventuale violazione davanti a un tribunale italiano. Il giudice Esposito ha dichiarato di aver dato il mandato a proceder ai propri legali per partecipare al giudizio che si svolgerà a Strasburgo, e di essere pronto a presentare documenti e memorie in suo possesso sul procedimento in questione.
Va inoltre sottolineato che circa un anno fa la trasmissione Quarta Repubblica, in onda su Rete 4, aveva diffuso una registrazione audio di uno dei relatori in Cassazione durante il processo in Cassazione: si tratta della voce del magistrato Amedeo Franco, morto il 9 maggio del 2019. Nell’audio si sente Franco affermare che Berlusconi a suo parere sia stato condannato ingiustamente e abbia subito una grave ingiustizia. Aggiunge addirittura che sembra che la vicenda sia stata guidata dall’alto.
“In effetti hanno fatto una porcheria – afferma il magistrato in un passaggio – perché che senso ha mandarla alla sezione feriale? Voglio per sgravarmi la coscienza, perché mi porto questo peso del… ci continuo a pensare. Non mi libero… Io gli stavo dicendo che la sentenza faceva schifo“.