Continuano i rincari per i carburanti. Secondo le rilevazioni del Mite (ministero della transizione ecologica), nella media della scorsa settimana il prezzo della benzina verde in modalità self è salito a 1,819 euro al litro con un aumento di 2,26 centesimi rispetto alla settimana precedente. In salita anche il prezzo del diesel che, con un rialzo di 2,33 euro, ha superato 1,690 euro al litro. Per la benzina si tratta del massimo da ottobre 2012 mentre per il gasolio il prezzo è il più alto da marzo 2013.
E pensare che vent’anni fa la situazione era tutt’altra. Secondo uno studio condotto dall’associazione Consumerismo No Profit il Centro Ricerca e Studi di “Alma Laboris” è emerso che nel 2002, anno dell’entrata in circolazione dell’euro, i carburanti costavano quasi la metà rispetto ad oggi. Nel giro di vent’anni la benzina è aumentata dell’81,1%, mentre il gasolio oggi costa il 99,4% in più.
Analizzando la questione portafoglio alla mano nel 2002 un litro di benzina costava poco meno di un’euro e il gasolio superava di poco gli 80 centesimi. Quindi per fare un pieno di benzina, prendendo come riferimento un serbatoio da 50 litri, nei primi anni del Duemila servivano circa 50 euro contro i circa 90 di oggi. Per un pieno di gasolio oggi sono necessari all’incirca 80 euro, mentre nel 2002 ne servivano appena 40.
Ma la crescita che preoccupa maggiormente è quella relativa al confronto con lo stesso mese dello scorso anno: l’8 febbraio 2021 la benzina costava 1,489 euro al litro e il gasolio 1,361 euro al litro. In soli 365 giorni si è registrata un’impennata, rispettivamente, del 22,2% e del 24,2%.
Su questo preoccupante dato si è espressa l’Unione Nazionale Consumatori che lancia l’allarme e dati alla mano parla di una stangata sui cittadini da circa 400 euro all’anno sia per la benzina che per il gasolio. “Il Governo si occupa solo, e in modo insufficiente, di luce e gas, ma non si rende conto che anche la benzina sta facendo esplodere l’inflazione, attraverso i rialzi di tutti i prezzi dei beni trasportati su gomma. – È quanto afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che aggiunge – Per questo Draghi nel prossimo Consiglio dei ministri dovrebbe diminuire le accise di almeno 20 centesimi, sterilizzando gli aumenti che stanno svuotando le tasche degli automobilisti“.