Il debito pubblico italiano si è attestato a marzo a 2.755,4 miliardi in crescita di 18,9 miliardi rispetto al mese precedente. È quanto afferma Bankitalia sottolineando che l’aumento è dovuto al fabbisogno, pari a 222,8 miliardi di euro, che ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro.
L’effetto complessivo di scarti e premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio ha incrementato il debito per 2,4 miliardi. In aumento le entrate tributarie pari a 33,2 miliardi, in crescita del 10,2% (3,1 miliardi) su marzo 2021.
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori – informa la Banca d’Italia – il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 18,9 miliardi; quello delle amministrazioni locali e quello degli enti di previdenza è rimasto pressoché invariato. Alla fine di marzo la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia era pari al 25,5% (invariata rispetto al mese precedente); la vita media residua del debito è rimasta stabile a 7,6 anni.
A marzo le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 33,2 miliardi, in aumento del 10,2 per cento (3,1 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2021. Nel primo trimestre dell’anno le entrate tributarie sono state pari a 108,9 miliardi, in crescita del 13,5 per cento (13,0 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
La Commissione europea taglia le stime di crescita dell’Italia: il Pil dovrebbe scendere al 2,4% nel 2022 e rallentare all’1,9% nel 2023, rispetto al 4,1% e al 2,3% previsti a febbraio, a causa dell’impatto della guerra della Russia contro l’Ucraina che pesa su catene di approvvigionamento e prezzi.
Nelle previsioni di primavera Bruxelles segnala che “la maggior parte della crescita dell’Italia” per il 2022 è “attribuibile a un effetto di trascinamento” legato alla “rapida ripresa” registrata nel 2021. A causa dell’attuale contesto geopolitico “le prospettive restano soggette a pronunciati rischi al ribasso“. Il deficit e il debito italiano, nonostante la guerra in Ucraina, “continueranno a calare ma restano alti“. È quanto si legge nelle previsioni economiche di primavera della Commissione Ue secondo le quali, il deficit italiano, dal 7,2% dell’anno scorso, nel 2022 si attesterà al 5,5% per scendere al 4,3% l’anno successivo. Il debito pubblico, dal 150,8% del 2021, secondo le previsioni europee, calerà al 147,9% quest’anno e al 146,8% nel 2023.