Quest’anno, dopo la riapertura delle procedure per le Graduatorie Provinciali di Supplenza, più comunemente denominate con l’acronimo GPS, gli insegnanti hanno potuto finalmente aggiornare il proprio punteggio per ambire a contratti di lavoro migliorativi, mentre nuovi aspiranti docenti hanno potuto inserirsi.
Diversi sono stati a questo proposito però i problemi emersi. Poiché, come lo scorso anno, si è abbandonato il sistema di convocazione in presenza dei candidati, per dare spazio ad un sistema informatizzato, questo meccanismo, pur snellendo la procedura, ha dimostrato di avere grossi limiti.
Quando infatti, ricevuta la compilazione delle preferenze da parte degli insegnanti, è stato avviato un algoritmo che, incrociando il punteggio acquisito e l’ordine di preferenza indicato dai docenti, affida le cattedre, sono emersi risultati che, a dir poco, ancora oggi suscitano gravi perplessità. E per queste operazioni nell’ultima settimana di agosto, almeno per quanto riguarda la provincia di Novara, sono cominciate ad arrivare le delusioni e le proteste. Molti insegnanti si attendevano infatti soluzioni diverse da quelle comunicate.
Due circostanze in modo particolare hanno creato disagio: quella delle cattedre congelate, perché assegnabili ai vincitori del concorso ancora in essere e quella delle cattedre vacanti per rinuncia dei docenti con diritto a ricoprirle. Su queste ultime in particolare si è scatenata una polemica da prendere assolutamente in considerazione.
Ecco allora qualche puntualizzazione. Causa principale di questa fondata e comprensibile contestazione è l’ordinanza ministeriale 112/2022, che all’art. 12 comma 10, la quale prevede che i posti che risultano vacanti per rinuncia dei chiamati possono essere assegnati solo agli aspiranti che non sono stati convocati in base alle graduatorie provinciali di supplenza, quindi ai nuovi inseriti.
Questa regola, che apparentemente sembra essere idonea a creare occasione di lavoro per tutti gli aspiranti docenti, di fatto esclude la possibilità per gli insegnanti con punteggio più alto – raggiunto magari facendo corsi ed esami negli anni precedenti – di ottenere una cattedra che l’interessato aveva inserito tra le prime indicate nelle preferenze.
Cattedra che però formalmente non era libera al momento delle operazioni di assegnazione degli incarichi. Il ministero, proprio con la richiamata circolare, li ha esclusi dalla possibilità di essere riconvocati per verificare le nuove opportunità. Si è generata di conseguenza una sostanziale ingiustizia, che meriterebbe l’intervento degli organi di giustizia amministrativa. Seguendo infatti la circolare ministeriale queste cattedre sono assegnate agli ultimi in graduatoria, contrariamente al principio di “precedenza” cui si è fatto fede da sempre e che garantisce in cattedra docenti con maggior esperienza.
Diverse le lamentele, anche nei confronti dei sindacati, i quali hanno lasciato che si formulasse una procedura di assegnazione dannosa alla “scalata professionale” del docente, vanificando gli sforzi e gli investimenti di centinaia di precari del comparto scuola, penalizzandoli sia economicamente che ostacolando il loro lungo percorso di immissione in ruolo.
Di fronte a questa situazione di grave e palese ingiustizia diventa molto forte la richiesta dei docenti interessati di tornare alle procedure di assegnazione in presenza degli incarichi. In questo modo non verrebbe danneggiato nessuno e tutti avrebbero la possibilità di esercitare le prerogative derivanti dagli interessi legittimi di cui sono titolari.
C’è ancora speranza affinché gli insegnanti abbiano riconosciuti i loro diritti?
Mi sembrano considerazioni congrue e legittime, burocrazia e demagogia continuano a prevalere.