• 4 Novembre 2024
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Auto a guida autonoma, il futuro è sempre più vicino

Sarà possibile dire addio alla patente di guida? Difficile da prevedere, per il momento il portale noicompriamoauto.it ha fatto il punto sullo sviluppo, sulla ricerca scientifica e non solo.

Durante gli anni Cinquanta era pura fantascienza solamente pensare ad un’auto che potesse guidare da sola senza nessun tipo di assistenza, così come pensare che una carrozza avrebbe potuto marciare senza cavalli al traino.

1. Quale futuro per questa tecnologia?

Al giorno d’oggi l’idea di automobili che guidano da sole non è più un sogno lontano, ma bensì una realtà tangibile, e allo stesso tempo stanno entrando in maniera vivida nella nostra visione comune di un futuro automatizzato e migliore sotto diversi aspetti: la sicurezza in primo luogo, l’obiettivo è quello di ridurre il numero di incidenti causati dall’errore umano, il comfort, i viaggi saranno meno stancanti e avremo la possibilità di rilassarci lasciando fare all’auto tutto il necessario per arrivare a destinazione. Importanti e consistenti saranno anche i vantaggi per coloro che hanno difficoltà a mettersi alla guida, come anziani e portatori di handicap. Anche la nostra efficienza ne trarrà giovamento in quanto sarà possibile dedicarsi ad altro durante il tragitto, e per finire l’accessibilità, con l’idea di una mobilità sempre più condivisa.

Per arrivare fin qui è necessario abbandonare tutte le nostre abitudini di guida partendo subito dal cedere le redini all’auto e quindi ad un vero e proprio robot.

Che ne sarà quindi delle nostre scelte alla guida? Delle decisioni da prendere? Del nostro libero arbitrio?

Tesla con pilota automatico e guida autonoma (Flickr)

2. Auto senza conducenti: è solo scienza?

Sono sempre di più gli interrogativi su questa tecnologia, al di là dei diversi aspetti, tecnici o etici. La rivista scientifica Nature dopo una attenta analisi sui comportamenti alla guida di milioni di utenti ha sottolineato come creare delle regole universali di decisione e gestione della guida potrebbe appiattire tutte le specificità di ogni singolo conducente senza tener conto delle mille sfaccettature. C’è da dire comunque che i veicoli totalmente autonomi ad oggi sono ancora modelli unici e sperimentali e la commercializzazione non è di certo alle porte.

Il ‘cervello’ informatico Watson, sviluppato da IBM, su un bus elettrico statunitense a guida autonoma.

3. La ricerca: a che punto siamo

Questo progetto, che coinvolge molte case automobilistiche è ancora in fase di sviluppo e ricerca, possiamo però già notare la presenza di qualche accenno di automazione già oggi sulle nostre vetture, come i sistemi di sicurezza dedicati alla frenata di sicurezza, al parcheggio assistito e al cruise control. Per essere più chiari quindi sarebbe bene fare una distinzione su quelli che sono i vari step dell’automazione, partendo dal livello zero fino al sesto ovvero la totale autonomia. Ogni livello, ad ordine crescente riduce sempre di più l’intervento umano nel traffico.

Secondo il report della Commissione Europea “On the road to automated mobility: An EU strategy for mobility of the future” del maggio 2018, già oggi sulle nostre strade possiamo veder circolare veicoli autonomi di livello uno e due, mentre per il livello tre e quattro dovremo aspettare il 2020.Come funziona un veicolo autonomo?

4. Come funziona un veicolo autonomo?

I veicoli autonomi hanno una vera e propria intelligenza artificiale e secondo il principio del machine learning saranno in grado di imparare sempre di più giorno dopo giorno come muoversi nel contesto urbano condividendo la spazio per l’appunto con tanti altri veicoli. L’auto è equipaggiata con molti sensori di precisione che permetteranno di effettuare in tempo reale una scansione dell’ambiente circostante per poi inviare tutti questi dati al “cervello” della macchina.

Un ruolo cruciale verrà giocato dal servizio di connettività offerto. Con l’arrivo della tecnologia di scambio dati ad alta velocità, il 5G, il veicola potrò rimanere costantemente connesso e condividere tutte le informazioni del caso con altre auto ad altre infrastrutture come i semafori smart. Nonostante la capacità tecnologica odierna come potremmo essere sicuri che le auto potranno analizzare in tempo reale ogni situazione e prendere allo stesso tempo la migliore decisione possibile? Proprio per questo gli investimenti sulla ricerca sono sostanziosi ed importanti come nel caso dell’Unione Europea che con il programma Horizon 2020 ha già messo a disposizione 300 milioni proprio a sostegno di questi studi.

Gianluca Caronia

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