L'impennata dei prezzi dovrebbe provocare una compensazione per l'aumento della spesa previdenziale con relativo aumento delle pensioni
Previsto aumento delle pensioni dato che i prezzi salgono a causa dell’inflazione. Il Fondo monetario internazionale annuncia che i prezzi continueranno a salire fino a raggiungere il livelli pre-Covid a metà del 2022. L’inflazione annuale, toccherà il 3,6% già da questo autunno. A settembre il tasso di inflazione è già arrivato al +1,7%.
L’impennata dei prezzi dovrebbe provocare una compensazione per l’aumento della spesa previdenziale di circa 4 miliardi di euro. Secondo quanto riportato dal quotidiano il Messaggero lo Stato avrebbe già risparmiato nel 23021 e le pensioni potrebbero aumentare già dal gennaio del 2022.
Per chi riceve la cifra di 1500 euro lordi mensili l’aumento dovrebbe aggirarsi sui 25 euro al mese, per un totale di 300 euro lordi l’anno. Per effetto del livellamento salati prezzi, la rivalutazione degli assegni previdenziali sarà fatta nei confronti di circa 23 milioni di contribuenti.
Tuttavia non è certo il metodo di perequazione che l’esecutivo vorrà adottare. Si presume che sarà adottato il sistema a scaglioni, dove le decurtazioni del tasso di rivalutazione vengono applicate esclusivamente sulle quote di assegno superiori a determinate soglie. Il recupero dell’inflazione dovrebbe essere totale per le pensione che arriva fino a circa 2mila euro lordi al mese. Si arriva al 75% di recupero per pensioni oltre i tremila euro. Questo graverà per circa quattro miliardi di euro sulle casse dell’Inps.
L’adeguamento della pensione avverrà sulla base dei prezzi al consumo, che l’Istat indicherà nelle prossime settimane. A dover provvedere alla rivalutazione degli assegni previdenziali non sarà solamente l’Inps, ma anche gli altri istituti pensionistici