Il suo nome sarà sempre legato ai Nomadi, la band emiliana di cui è stato la voce per quasi 30 anni. Augusto Daolio, nato nel 1947 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, e qui deceduto il 7 ottobre 1992, è stato il cofondatore del gruppo, insieme con Beppe Carletti. Era il 1963 quando nacquero i Nomadi, ma Daolio si era avvicinato da adolescente alla musica, con i Monelli, prima band formata sempre con Carletti. Poi è stata la volta di Franco Midili, Leonardo Manfredini, Gualberto Gelmini e Antonio Campari dei Nomadi, complesso musicale che è diventato tra i più importanti della musica italiana, il cui pezzo distintivo è sicuramente “Io vagabondo”, uscito nel 1972.
Il 1965 segna l’uscita del primo 45 giri della band, “Donna la prima donna”, mentre un anno dopo inizia la collaborazione con un allora sconosciuto Francesco Guccini, che contribuirà alla stesura di pezzi quali “Noi non ci saremo” e “Dio è morto”. I Nomadi continueranno anche dopo la morte di Daolio, tanto che, attualmente, il gruppo pare essere il più longevo in Italia, dopo i Rolling Stone. In ricordo del frontman mai dimenticato è stato ideato il premio “Tributo ad Augusto”, assegnato ad artisti italiani che si sono distinti per valore umanitario, come Zucchero, Roberto Vecchioni, Biagio Antonacci, Franco Battiato, Daniele Silvestri, Pooh, Piero Pelù, Francesco Renga, Luca Carboni, Fiorella Mannoia, Enzo Jacchetti.
In vita Augusto Daolio è stato anche pittore e scultore autodidatta. I suoi quadri, dopo la prima personale allestita nel 1991 a Novellara, sono ancora oggi esposti in mostre organizzate con il patrocinio dell’associazione “Augusto Per La Vita”. Una delle ultime mostre, “Paesaggi spaesati”, si è tenuta nel settembre scorso a Milano: “Disegno paesaggi spaesati confusi nella mente, carpiti un po’ ovunque. In essi si nasconde l’uomo non sempre visibile, ma che sa mescolarsi alle cose, scambia i ruoli, diventa cavallo e albero, un gesto, una mano, occhi e l’infinito cielo come teatro, come messa in scena ideale”, dichiarò il cantante.
Simona Cocola