Nel giorno dell'ottantesimo compleanno il figlio Norbert Ciuccariello, in una lunga intervista, lo ringrazia pubblicamente per essere stato un punto di riferimento importante oltre ad un 'maestro' di vita.
Buongiorno Norbert, oggi 7 febbraio, come ogni anno in tale data, è un giorno speciale per lei, ci spiega le ragioni?
Volentieri 80 anni fa il 7 febbraio veniva al mondo la persona più importante della mia vita, quella che fin da bambino ha camminato al mio fianco passo passo, prima essendomi d’esempio e poi credendo in me e supportandomi nelle mie scelte, veniva al mondo mio padre Raffaele Ciuccariello, a cui devo tutto e che mi ha permesso di essere l’uomo e l’imprenditore che sono oggi.
Ci pare di comprendere che suo padre sia stato un “maestro” per lei, é corretto? Cosa ha imparato da suo padre osservandolo prima e “imitandolo” dopo?
Guardi mio padre mi ha insegnato come un semplice uomo nato in un paesino in provincia di Foggia di umili origini, credendo in sé stesso, seppur senza grandi mezzi a disposizione, possa diventare ” qualcuno” . Volere è potere mi è sempre parso tra le righe il motto di mio padre, ed è quello che ancora oggi mi accompagna quando intraprendo una nuova sfida professionale. Mi ha insegnato fin da bambino il sacrifico e la dedizione nei confronti degli ideali in cui credi. E mi ha insegnato che sebbene nulla ti piova dal cielo, un po’ il tuo destino te lo crei e lo condizioni anche tu.
Le occasioni non vengono mai per caso, nella vita devi provarci e soprattutto, se credi davvero in una cosa, devi fare il massimo per ottenerla pur andando contro tutti e tutto, se quello è il tuo sogno. Le critiche ci saranno comunque sempre, ma l’importante è essere in pace con sé stessi e sapere di aver dato il massimo sempre. Mio padre ha viaggiato fin da giovane e si è sempre messo in discussione pur di apprendere e non hai mai disdegnato anche i lavori umili, questo hanno fatto ai miei occhi di lui un padre modello. Una persona che si è creata dal nulla, da solo, con le proprie forze. É stato in Germania, in Inghilterra ed in Arabia Saudita, e stiamo parlando degli anni 70 anni in cui i migranti non erano certamente visti bene come oggi. Ma lui da ogni viaggio ne ha tratto esperienza di vita e l’ha poi fatta sua qui in Italia.
Negli anni passati sono stati associati al nome di suo padre anche dei “fallimenti ” e dei ” protesti”, il caso che forse più ha fatto scalpore è la trattativa per l’acquisizione del Toro che non è mai andata a buon fine. Lei come ha vissuto queste chiacchiere mediatiche? Il fallimento lo ha vissuto all’ italiana, come un motivo di ‘vergogna’ o data la cultura aperta che suo padre le ha impartito all’ americana, ove ogni fallimento, se superato, rappresenta un’innovazione e dunque un motivo di crescita?
L’ho vissuta esattamente come dice lei all’americana…in Italia è ancora forte e radicata la cultura del fallimento come qualcosa da cui è meglio scappare perché disdicevole, qui l’approccio che considera un insuccesso come un’occasione di crescita, è ancora un tabù, mentre è prassi in paesi stranieri come in America. Lei pensi che Jeff Bezos, fondatore e ceo di Amazon, nel 2016 nella sua lettera di inizio anno agli azionisti scrisse un vero e proprio elogio al fallimento, precisando che: “Il fallimento e l’innovazione sono gemelli inseparabili. Per innovare bisogna sperimentare e se si sa in anticipo che le cose andranno bene non è una vera sperimentazione”. Io la penso esattamente allo stesso modo. Se non rischi non sei un vero imprenditore, non è possibile divenire un imprenditore sperando di restare sempre nella zona di confort.
La differenza tra Italia e l’America la ricorda anche il formatore Mario Alberto Catarozzo, nonché coach professionista e ceo di MYPlace Communications, che racconta come “Negli Usa fallire fa parte del percorso. Anzi, gli americani considerano più i fallimenti che i successi nel curriculum vitae, nel senso che vogliono capire cosa il candidato ha fatto di fronte ad un insuccesso, come ha reagito. Rinascere dalle ceneri fa parte della cultura americana ed è un motivo di vanto. Si consideri che un americano fa in media 14 tipologie di lavori diversi nella sua vita, proprio perché sa cambiare: impara e riparte”. Beh proprio per questo posso dirle che mio padre per me è motivo di vanto, ha fatto moltissimi lavori e non si è mai fatto abbattere né dagli insuccessi, né dalle malelingue.
Io le sono grato di avermi insegnato che fallire fa parte del gioco della vita, e a dirgliela tutta fallire, letto in questi termini non mi spaventa affatto.
E poi giacché ci sono mi permetta di togliermi un ‘sassolino dalla scarpa’ sulla questione Toro, il presidente Cairo aveva quantificato il danno economico in 10 milioni di euro, più uno di danni morali. La stagione 2008-2009 fu un’annata tribolata contraddistinta da 20 sconfitte, l’interesse di mio padre giunse dunque in concomitanza di un periodo per nulla semplice per il club, ma imputare a mio padre ed al suo interesse di acquisto le colpe di un’annata da dimenticare non fu certo corretto. Sa la cosa paradossale? Che mio padre quella causa civile milionaria la vinse, ma stranamente nessun eco mediatico ne fece seguito a differenza invece dei precedenti step dove a livello giornalistico si fece di tutto per denigrarlo. La corretta informazione, nel bene e nel male, dovrebbe essere alla base di ogni testata giornalistica, forse è anche per questo che con mio padre abbiamo deciso di dare vita al quotidiano online ‘Il Valore Italiano ’, sulla nostra testata la verità e l’onestà intellettuale avranno sempre la meglio.
Da due anni è nato il Valore Italiano un quotidiano web di carattere nazionale che riprende il nome da una storica pubblicazione illustrata fondata nel 1895 ridandogli vita, una testata regolarmente iscritta presso il tribunale di Torino di cui lei è editore, suo padre le è stato vicino in tale progetto ambizioso e forse un po’ pionieristico nel campo dell’editoria: passare dal cartaceo al web dopo tanti anni lasciando inalterato il nome di un giornale famoso con un nome importante?
Mio padre mi permetta di dirle è stato la mente ed il cuore del progetto, la mente perché lo abbiamo ideato e pensato nel corso delle nostre lunghe chiacchierate e il cuore perché come me ci ha creduto. Ed il giornale rappresenta, oggi più che mai, quello che si era prefissato: dare lustro alle eccellenze italiane e dare voce a tutto ciò che può essere considerato un valore per l’Italia. Ultimamente stiamo facendo numerose interviste che hanno lo scopo di stare vicino alle persone in questo delicato momento pandemico e soprattutto dar voce a quelle categorie, si pensi anche solo alla ristorazione, che rappresentano il Made in Italy e che oggi hanno le ali tarpate da un nemico invisibile, il Covid, che li ha portati a perdere moltissimo in termini di fatturato. Così come il settore della moda e tutte le sfilate, altro fiore all’occhiello del nostro Paese.
A proposito di moda, è nato da pochi mesi un altro ambizioso progetto che la vede coinvolto, ossia l’apertura di un negozio a Torino, il primo di una catena, che vende capi di alta moda e che ha come brand un dorato RC con una corona ….non crediamo sia casualità che le lettere coincidano con quelle delle iniziali del nome di suo padre, dico bene?
Dice benissimo, nel progetto ci ha creduto in primis mio padre ed il negozio, spero il primo di molti, porta le sue iniziali proprio in suo onore R sta per Raffaele e C per Ciuccariello appunto, ed il simbolo della corona e perché vogliamo trasmettere con i nostri capi un’eleganza regale, tant’è che al suo interno si possono trovare firme importanti, al momento il negozio nasce come ‘rivendita’ di brand di alta moda, ma l’ambizione sarebbe quella di arrivare a disegnare, un domani, alcuni capi firmati RC ed ideare dunque una nostra collezione.
Insomma da quanto ci ha detto nel corso di questa intervista e da quanto vediamo, qui nel suo ufficio è appeso alla parete un quadro splendido e maestoso con il ritratto di suo padre, per lei suo papà non è stato solo un esempio ed ora un punto di riferimento nella sua vita ma è quasi un faro che la illumina costantemente in ogni sua decisione, come se guardando quel quadro suo padre fosse presenza fissa anche quando è assente. É così o il quadro ha un altro valore?
No in parte è cosi, se sono in difficoltà e come se guardandolo mi tornasse quella forza che lui mi ha trasmesso sempre nel corso della vita, poi alzo il telefono, visto che mio padre risiede a Savona, è la sua voce “guida ” fa il resto. Ogni nostra chiacchierata è motivo di crescita e di orgoglio per me.
Quale messaggio, in conclusione, oggi in questo giorno speciale vuole far pervenire a suo padre?
Che lo ammiro per quello che è stato e per l’uomo che è oggi, che ammiro i suoi valori e la sua tenacia, che sono gli stessi, che grazie a lui, oggi mi appartengono e che mi hanno reso l’uomo che sono. Ed infine da figlio non posso fare altro che augurargli un buon compleanno e almeno altri 20 di questi giorni. E ricordargli il profondo affetto che nutro nei suoi riguardi, se avessi un figlio un domani vorrei essere per lui l’esempio che mio padre è stato per me, sarebbe la gioia più grande.
Auguri papà dal profondo del cuore e grazie di tutto e di avermi permesso di diventare l’uomo che sono oggi!