E' un giallo l'attacco in territorio russo ad un deposito petrolifero. L'Ucraina smentisce. Visita a sorpresa della presidente dell'Europarlamento Metsola a Kiev
L’Ucraina ha ufficialmente smentito di aver attaccato il deposito della Rosneft di Belgorod, in territorio russo. E’ stato un alto funzionario a precisarlo, dopo che il ministro degli esteri Kuleba, in visita in Polonia, aveva sostenuto di non essere in grado di confermare o smentire.
L’attacco è avvenuto la notte scorsa: due elicotteri, ripresi da alcune telecamere e da uno smartphone, si avvicinano a bassa quota e sparano alcuni missili contro il deposito di Belgorod, 40 chilometri a nord del confine ucraino. L’incendio si sprigiona tra gli 8 serbatoi di greggio presenti nel deposito. Mosca accusa subito Kiev e minaccia: “L’episodio avrà conseguenze sulle trattative“. Poi, dopo un lungo silenzio, la smentita ucraina. Insomma, è un giallo. Un episodio che rischia di avere conseguenze pesanti.
Intanto Roberta Metsola si è recata a sorpresa a Kiev dove ha incontrato il parlamento ucraino. “Sono qui per portare un messaggio di speranza“, ha detto la presidente dell’europarlamento. “L’invasione dell’Ucraina è ingiustificata e inaccettabile“, ha aggiunto Metsola, che con le autorità ucraine ha parlato anche della “necessità di sanzioni sempre più estese. Dobbiamo andare ancora oltre“.
E continua il tira e molla sul gas in rubli imposto da Mosca. L’Europa a 27 ha deciso di alzare il muro e dire un no unitario a quello che viene definito un “ricatto”. I contratti in essere tra la Russia e le società importatrici parlano infatti esplicitamente di pagamenti in euro o dollari. Anche il compromesso emerso ieri, la possibilità cioè di pagare in valuta straniera e lasciare alle banche il compito di convertire in rubli, è stato respinto perché considerato un modo per aggirare le sanzioni. Nel frattempo Gazprom, il colosso statale del gas, ha fatto sapere che se ne riparlerà a fine mese, quando andranno in pagamento le commesse fornite a partire da aprile. Smentite inoltre le interruzioni di approvvigionamento di metano dal gasdotto che passa per la Polonia. Solo uno stop tecnico temporaneo, il gas continua ad arrivare in Europa. Tanto che il prezzo del gas è sceso di quasi il 10% dopo il rialzo di ieri.
Nel pomeriggio si è svolta la seconda parte del vertice Ue-Cina in videoconferenza a cui ha partecipato il presidente Xi Jinping. Fonti dell’Unione fanno sapere che “Il presidente cinese ha indicato che sono in corso certe azioni per esercitare influenza sulle scelte del Cremlino“. Non ci sarà però “nessun dietrofront pubblico della politica estera cinese“, ha aggiunto l’alto funzionario.