PARMA. Un’importante ricerca dell’Università di Parma ha messo a punto un estratto antibatterico di origine naturale, utile ad allungare la vita degli alimenti, proteggendoli da batteri quali salmonella ed Escherichia coli. Il mercato degli antimicrobici per elevare la sicurezza alimentare è composto da materie prime di sintesi chimica, mentre questo deriva dagli scarti vegetali di carote, meloni, e pomodori. Il processo, brevettato dal team di ricerca multidisciplinare del dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco dell’Università di Parma come “Produzione di antimicrobici da scarti vegetali”, è basato sulla fermentazione di sottoprodotti della lavorazione di tali alimenti. I batteri che si possono rinvenire negli alimenti sono infatti Listeria monocytogenes, Staphylococcus aureus, Escherichia coli, Bacillus cereus, Salmonella, tutti responsabili di gravi infezioni nell’uomo.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni anno una persona su dieci si ammala per aver mangiato cibo contaminato, e 420mila persone muoiono per tossinfezioni alimentari (ingestione del microrganismo insieme all’alimento). Da qui l’importanza della scoperta dei ricercatori italiani (Camilla Lazzi, Valentina Bernini, Erasmo Neviani, Gianni Galaverna, Martina Cirlini, Annalisa Ricci, Antonietta Maoloni, Luca Calani e Silvia Zanetti), dal momento che il prodotto non contiene molecole di sintesi, e può quindi essere impiegato come ingrediente per aumentare la shelf-life, la “vita di scaffale” dei cibi. Informazioni e consigli sui batteri degli alimenti, e le conseguenze sull’uomo si trovano anche sul sito del ministero della Salute.
Simona Cocola