Secondo alcune statistiche, gli italiani risultano sempre più a rischio di ansia ed attacchi di panico. A rilevarlo è stato un sondaggio on-line proposto dall’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap) – al quale hanno risposto oltre 700 soggetti tra i 19 ed i 60 anni – che ha voluto indagare sui sintomi tipici di ansia e panico che abitualmente si verificano sulle persone. Secondo i risultati di questa indagine, risulta che il 91% di chi vi ha partecipato ha spesso difficoltà nel riuscire a rilassarsi; il 79% ha manifestato sintomi intensi di ansia; il 73% si definisce una persona molto apprensiva, ovvero si preoccupa facilmente di piccole cose e situazioni; mentre il 68% ha dichiarato di sentirsi a disagio nel stare lontano da casa o dai luoghi familiari.
A tal proposito, la dottoressa Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente Eurodap, ha affermato che «Questi dati descrivono uno scenario molto complesso e preoccupante e spesso sottovalutato soprattutto dai più giovani. Gli episodi di ansia non sono da minimizzare poiché, se ignorata, potrebbe generare a sua volta un attacco di panico. Tale esperienza viene spesso vissuta come un vero e proprio evento traumatico». L’esperta, inoltre, spiega che quando l’ansia è ancora sostenibile «Proviamo un lieve stato di apprensione assieme a sintomi fisici e psicologici multipli come palpitazioni, leggera sudorazione e un’iper-focalizzazione sulla situazione o l’oggetto in questione. L’aumento dell’adrenalina nel nostro sistema scatena inoltre una serie di processi neurochimici tali da far aumentare il battito cardiaco, predisponendoci poi ad un’eventuale iper-focalizzazione sulle sensazioni provate, scatenando così un comportamento d’urgenza di allontanamento dalla fonte di minaccia/pericolo».
La psicoterapeuta dà quindi alcuni suggerimenti per poter fronteggiare, qualora si presentasse, questa condizione di panico: «Innanzitutto imparare a respirare per rilassarsi e poi essere presenti nel qui ed ora cercando di tener presente anche durante un attacco di panico che esso ha una fine; ciò può infatti essere utile per riacquisire la calma perduta. Fondamentale è anche saper spostare l’attenzione: l’eccesso di concentrazione verso ciò che si sta provando durante un attacco di panico fa sì che tale esperienza sia vissuta come qualcosa di pericoloso. Saper spostare, invece, l’attenzione altrove può permetterci di distanziarci dai sintomi fisici e dai pensieri catastrofici».
L’ansia è uno stato emotivo associato ad una condizione di allerta e paura nei confronti di tutto ciò che è all’esterno. Secondo Freud, all’origine della comparsa dell’ansia ci sono tensioni o “battaglie” interne all’individuo che non hanno avuto risoluzione ed i principali sintomi di questo stato emotivo sono: le palpitazioni, la debolezza, l’apprensione, il nervosismo, l’apnea, l’insonnia, dolori di stomaco e facilità al pianto. Di solito tutti quanti incappiamo in episodi ansiosi, ma se questi insorgono senza una reale giustificazione, quindi a causa di ragioni incomprensibili, significa che sono all’origine di reazioni eccessive caratterizzanti l’ansia patologica o negativa. Nella maggior parte dei casi l’ansia patologica è accompagnata da attacchi di panico, crisi acute caratterizzate da paura, palpitazioni e comportamenti disordinati. Poi vi sono le cosiddette fobie, ovvero atteggiamenti di reale paura, ma non oggettiva per situazioni contestuali, o animali od oggetti.
Al giorno d’oggi la vita si fa sempre più frenetica, siamo sempre troppo occupati nello stare dietro a ritmi troppo serrati tra impegni, orari, etc. È importante quindi soffermarsi un istante e riscoprire l’importanza di vivere con ritmi più distesi. La lentezza, talvolta, è un vero toccasana per mente e corpo. Ad affermarlo è Roberto Ibba, psicologo del lavoro e psicoterapeuta dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, il quale ha infatti suggerito alcuni trucchetti per aiutarci a rallentare i ritmi, recuperare le forze, allontanare lo stress e, di conseguenza, migliorare la nostra salute psicofisica.
Secondo l’esperto, cominciare la giornata dedicando almeno 10 minuti alla prima colazione è fondamentale per la ripresa di tutte le nostre funzioni fisiche e mentali. Inoltre è un ottimo momento per riuscire ad organizzare e pianificare al meglio la giornata che si andrà a trascorrere. Altro fattore importante è quello di riuscire ad evitare di accumulare troppi impegni quotidiani; poiché le giornate non devono trasformarsi in una corsa continua, quindi l’agenda andrebbe un po’ svuotata. Bisognerebbe invece provare a tenere sempre qualche momento libero da dedicare a noi stessi nella routine settimanale, incluso del tempo da trascorrere con la famiglia e con gli affetti a noi cari. Questo è un considerevole aiuto nell’affrontare le giornate con più serenità. Inoltre, un altro aspetto fondamentale è il momento dei pasti.
Una pausa ideale tra un impegno e l’altro è, ad esempio, il momento del pranzo, molto utile sia per sgomberare la mente sia per il benessere del proprio corpo. Così come per la cena, considerato il momento più adatto per staccare da tutto e godersi un po’ di meritato riposo. «Riuscire a saper aspettare con serenità è il modo migliore per allontanare la tensione, che se prolungata troppo nel tempo porta allo stress. – conclude Ibba – Oggi, qualsiasi tipo di attesa viene visto come un momento vuoto e sprecato. Bisogna, invece, trasformare le attese e i momenti spiacevoli in vere e proprie opportunità e sfruttare quel tempo per dedicarci a noi stessi».