Nel mondo dell’auto, quello che sta per conclduersi è stato un anno di lutti, scandali giudiziari, acquisizioni, cessioni, cambi di strategie e nuove normative. Di fatto, un anno controverso e che verrà ricordato per la fine dell’era Marchionne, l’ad di Fca scomparso lo scorso luglio. Ma non solo, anche per vicende giudiziarie come lo scandalo dei test dei gas di scarico sulle scimmie e ancora per l’arresto dell’ad di Nissan, Carlos Ghosn.
I fatti salienti nel corso del 2018 non sono sicuramente mancati, mentre ha continuato vacillare il mercato che in Italia ha continuato a dare segnali contrastanti, soprattutto dopo l’introduzione della nuova normativa di omologazione al ciclo WLTP (obbligatoria da settembre 2019).
Si è partiti lo scorso inverno con l’esplosione di un nuovo scandalo Dieselgate, che ha riguardato ancora una volta il mondo dell’auto “made in Germany” con i gas di scarico testati sulle scimmie giavanesi e sugli uomini, scatenando un’indignazione generale che ha fatto saltare qualche testa all’interno delle aziende coinvolte. L’altra vicenda giudiziaria, invece, a novembre, con l’arresto a Tokyo del presidente di Nissan – al vertice per quasi 20 anni – Carlos Ghosn con l’accusa di violazione della legge finanziaria in tema di compensi.
L’anno che sta per chiudersi è stato anche quello dell’addio all’amministratore delegato di Fca Sergio Marchionne, appena un mese dopo la presentazione del suo ultimo piano aziendale per il prossimo quadriennio. Un investimento di 45 miliardi di euro tra il 2018 ed il 2022, con l’annuncio dello stop al diesel entro il 2021 e l’elettrico che diventa il fulcro del nuovo progetto (annunciato anche l’arrivo di un suv ibrido di Ferrari). Poi, a fine mese, la sua ultima apparizione durante la consegna di una Jeep alla polizia, e il decesso, il 25 luglio scorso in una clinica a Zurigo, dove era ricoverato da qualche settimana.
Un anno di grandi addii, anche in termini di produzione. A partire dal Maggiolino (ci chiuderà la produzione a luglio 2019), dell’Alfa Mito a Mirafiori e della Fiat Punto che dopo 25 anni e 9 milioni di esemplari prodotti esce di scena con lo stop alla linea di produzione a Melfi, mentre per un’eccellenza del “made in Italy”, come la Vespa, è stato annunciato l’arrivo della versione elettrica. E se da un lato questo è stato l’anno del completamento del passaggio di Opel nel gruppo Psa, si deve registrare invece la ‘dipartita’ di un vero e proprio gioiello della componentistica italiana, la Magneti Marelli, venduta ai giapponesi di Calsonic Kansei per 6,2 miliardi di euro.
Anche la cronaca si è interessata direttamente di motori, a causa del primo incidente mortale provocato da un’auto di Uber in modalità autonoma in Usa a marzo, che comunque non ha inciso sul via libera del Ministero delle Infrastrutture, anche in Italia, alla sperimentazione delle auto senza pilota. In materia di sicurezza, dal 31 marzo, l’Ue ha introdotto su furgoni e auto nuove l’obbligo del sistema salvavita eCall a bordo. Ad agosto, invece, si registra l’ok al ddl che prevede l’obbligo di montare sui seggiolini dispositivi anti-abbandono.
Infine, da registrare il giro di vite contro i ‘furbetti’ delle targhe estere e per incentivare l’acquisto di auto elettriche, con l’introduzione dell’ecotassa, ai danni di auto di lusso e suv. Una nota di colore: nei dodici mesi che si stanno per chiudere si registrano compleanni importanti. A partire dai cento anni del colosso General Motors a maggio, passando per gli ottant’anni di Giorgetto Giugiaro fino ad arrivare ai 70 anni del brand premium Porsche e della Citroen 2 CV.