Milanese di nascita, Ambrogio Fogar, l’esploratore e conduttore televisivo italiano, muore nella sua città, Milano, il 24 agosto del 2005 all’età di 64 anni. L’avventura, Fogar, l’aveva nel sangue, tanto che a 18 anni attraversa le Alpi con gli sci due volte, partecipa al Vasaloppet e alla Marcialonga, (gare di sci di fondo, rispettivamente, di 90 e 70 chilometri) senza alcun tipo di allenamento. Numerosi sono stati i riconoscimenti che, nel tempo, hanno reso omaggio alle sue imprese eccezionali, tra cui Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, la Medaglia d’oro al valore atletico per meriti eccezionali, quella al valore marinaro, e alla memoria.
Paracadutista, pilota, innamorato del mare, Ambrogio Fogar ha esplorato la vita, assaporandola fino in fondo, per mare e per terra, spesso in imprese impossibili, come da sue parole: “Ho preso a manciate tutto quanto la vita potesse offrire ad un uomo”. Quella dei 74 giorni alla deriva su una zattera nel 1978 sarà ricordata come una vicenda ai limiti del reale, in quanto, in direzione Antartide con l’amico Mauro Mancini (che non ce la farà), la capitaneria di porto perderà le tracce radio di Fogar e Mancini al largo delle isole Falkland. La barca, urtata da un’orca, o da una balena, sarà fuori uso, tanto da far decidere ai due di utilizzare la zattera, ritrovata da una nave greca dopo più di due mesi.
Antartide, Groenlandia, deserto, tutte le imprese di Ambrogio Fogar saranno raccontate, dallo stesso, nel programma lungo sette anni “Jonathan-dimensione avventura”, quando si riprenderà dalla tragica avventura in mare. Durante un rally nel deserto nel 1992, però, a causa di un incidente, la sua vita si spezzerà, facendolo diventare paraplegico dal collo in giù. “Io resisto perché spero un giorno di riprendere a camminare, di alzarmi da questo letto con le mie gambe e di guardare il cielo”, ammetterà con una grande forza d’animo. E così, cinque anni dopo, Fogar tornerà su una barca a vela per il “Progetto Speranza” di circumnavigare l’Italia. Sarà un arresto cardiaco ad arrestare la sua forza di volontà, poco prima di partire per la Cina, disposto a fare da cavia per esperimenti con le cellule staminali: “Da troppi anni vivo tutto il male della morte nella perfetta coscienza della vita”, dirà. Nel cielo Ambrofogar Minor Planet 25301 è il nome della stella dedicatagli dagli astronomi che l’hanno scoperta.
Simona Cocola