Esce oggi 17 maggio in 408 sale cinematografiche italiane il nuovo film del regista spagnolo Pedro Almodovar, “Dolor y Gloria”, distribuito da Warner Bros Italia, e in concorso al festival di Cannes. Protagonista Antonio Banderas, nel ruolo di un regista malinconico, Salvador Mallo, che non può più svolgere il proprio lavoro. In crisi creativa, Mallo trova un’alternativa nell’eroina, e ripensa alla sua vita, scoprendo l’omosessualità, e passando per il rapporto decisivo con la madre, interpretata da Penelope Cruz.
Lo salverà il bisogno di narrare il suo passato, probabilmente quello di Almodovar, qui raccontato attraverso Banderas: «Nessuno avrebbe potuto interpretare quel ruolo come lui – ha detto -. Molte delle cose che racconto, Antonio le ha vissute al mio fianco. Tutto nel film riporta a me: ci sono i miei mobili, la replica del mio appartamento a Madrid, persino i quadri dei pittori della movida di Madrid tra fine Anni Settanta e inizio Ottanta, ma non tutto quello che racconto è accaduto, semplicemente sarebbe potuto accadere».
La grande paura del regista è la perdita di cinema, poiché pensa allo schermo come unica compagnia, una vera dipendenza. Nel film è proprio il cinema a salvare Mallo, lo stesso che ha salvato Almodovar nella realtà. E, a proposito dell’amico che conosce da quasi 40 anni, Banderas ha dichiarato: «In tutti questi anni Pedro ha depurato il suo stile, è meno “crazy”, ma non ha mai perso la propria personalità resistendo anche alle sirene hollywoodiane». Il primo incontro tra Almodovar e Banderas risale ai primi Anni Ottanta, quando l’attore frequentava i corsi di teatro Centro Dramático Nacional di Madrid. «Ero in un bar del teatro, a prendere un caffè con alcuni colleghi, quando a un certo punto entra un tipo strano, con una magliettina attillata. Mi guarda e mi dice che ho una faccia da eroe romantico, e che dovrei fare cinema», ha dichiarato Banderas.
Simona Cocola