Italia, Regno Unito e Giappone hanno annunciato di aver stretto un’alleanza senza precedenti nel settore della difesa per lo sviluppo di un nuovo aereo da combattimento. Il progetto si chiama Global Combat Air Programme (GCAP), l’obiettivo principale sarà la creazione, entro il 2035, di un jet supersonico di sesta generazione che prenderà il posto l’attuale Eurofighter Typhoon (frutto della collaborazione tra Italia, Regno Unito, Germania e Spagna).
Nel comunicato congiunto viene evidenziato come i tre Paesi abbiano instaurato da lungo tempo relazioni strette basate sui valori di “libertà, democrazia, diritti umani e Stato di diritto“. E il passo passo compiuto oggi rappresenta un “rafforzamento del partenariato trilaterale”. Inoltre viene ricordato come i Capi di Governo abbiano a cuore la difesa della democrazia, dell’economia, della sicurezza e della stabilità regionale, valori che rivestono sempre maggiore importanza, soprattutto in un momento storico nel quale questi principi vengono contestati e aumentano minacce ed aggressioni.
“Attraverso il GCAP, ci baseremo sulle nostre relazioni di lunga data in materia di difesa. Il GCAP accelererà la nostra capacità militare avanzata e il nostro vantaggio tecnologico. Approfondirà la cooperazione nel campo della difesa, la collaborazione scientifica e tecnologica, le catene di fornitura integrate e rafforzerà ulteriormente la nostra base industriale della difesa – sottolineano -. Questo programma produrrà benefici economici e industriali più ampi, sostenendo l’occupazione e i mezzi di sussistenza in Italia, Giappone e Regno Unito”.
Il progetto “attirerà investimenti in ricerca e sviluppo nella progettazione digitale e nei processi di produzione avanzati. Fornirà opportunità per la nostra prossima generazione di ingegneri e tecnici altamente qualificati. Lavorando insieme in uno spirito di partnership paritaria, condividiamo i costi e i benefici di questo investimento nelle nostre persone e nelle nostre tecnologie. È importante notare che il programma sosterrà la capacità sovrana di tutti e tre i Paesi di progettare, fornire e aggiornare capacità aeree da combattimento all’avanguardia, anche in futuro”.
“Questo programma – si specifica – è stato progettato tenendo conto dei nostri alleati e partner. La futura interoperabilità con gli Stati Uniti, con la Nato e con i nostri partner in Europa, nell’Indo-Pacifico e a livello globale si riflette nel nome che abbiamo scelto per il nostro programma. Questo concetto sarà al centro del suo sviluppo. Condividiamo l’ambizione che questo velivolo sia il fulcro di un più ampio sistema aereo da combattimento che funzionerà in più ambiti”.
“La nostra speranza – conclude il comunicato – è che il Global Combat Air Programme, e attraverso di esso il nostro partenariato di capacità, sia una pietra miliare della sicurezza globale, della stabilità e della prosperità nei prossimi decenni“.